"Preferiscono sempre i 5 stelle". Il Pd nel Lazio scarica D'Amato

I leader del Partito Democratico spariscono dal Lazio. Calenda: "Preferiscono sempre i 5 stelle"

"Preferiscono sempre i 5 stelle". Il Pd nel Lazio scarica D'Amato

Il Partito Democratico ha scaricato Alessio D’Amato, il candidato del centrosinistra in Lazio. Nessuno dei big è andato a sostenerlo in campagna elettorale, né il segretario uscente Letta, né i candidati al congresso, né altri della segreteria. Nessuno. Lasciando solo D'Amato con Calenda e Bonelli. Mentre i quattro aspiranti segretario erano tutti insieme sul palco a Milano per la chiusura di Majorino. E la ragione di questa scelta è semplice: sostenere D’amato in Lazio significa attaccare i 5 Stelle, che in quella regione hanno presentato una candidatura autonoma con Donatella Bianchi. Rompendo persino il "cocomero", l’alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana che ha portato Soumahoro in parlamento. In Lazio invece Bonelli è con il Pd e Fratoianni con i 5 Stelle. Contro cui i Verdi hanno presentato un dossieraggio al gruppo europeo.

D'Amato ha chiuso la campagna elettorale in una piazza poco affollata della Garbatella. Lontani i tempi in cui riempivano San Giovanni. Bonelli e Calenda insieme soli sul palco, eppure proprio per la presenza del Verde il leader del terzo polo ruppe l’alleanza col Pd alle politiche dopo il bacio con Letta. E proprio in Lazio Bonelli ha sempre combattuto contro il termovalorizzatore, che invece il terzo polo pone come elemento indispensabile per l'alleanza. Ma ora per Calenda va bene anche Bonelli, pur di far vincere D’Amato. Che è il candidato di Calenda, come ha dichiarato apertamente Bettini. È stato il segretario di Azione a lanciare la candidatura dell'assessore dem, poi il Pd è stato costretto a sostenerlo, rompendo l’alleanza con i 5 Stelle con cui attualmente governano la Regione Lazio. Ma senza averlo mai sposato completamente, come dimostra la totale assenza dei leader Pd dalla campagna elettorale laziale.

Non lo nasconde Calenda: "Una scelta sbagliata, che dimostra che preferiscono sempre i Cinque Stelle. Una cretinata perché Alessio D’Amato è una persona di grande capacità” dice il leader di Azione, commentando l’assenza dei dem dalla piazza romana, mentre erano tutti a Milano per Majorino: “Il Pd preferisce sempre andare con i 5 Stelle, è la loro maledizione, anche dove i 5 Stelle non contano niente. Il voto a Majorino è pericoloso – ha aggiunto Calenda- perché portarsi dietro i 5 Stelle vuol dire non riuscire a fare nulla e, nonostante questo, i candidati del Pd corrono tutti dai 5 Stelle, come lo faranno dopo l’elezione del segretario. E sarà la morte del Pd“.

Ma anche Renzi si è fatto vedere poco, anzi mai con il candidato presidente D'Amato. Facendo solo iniziative per la lista e i suoi candidati. D’Amato è il candidato di Calenda, e la responsabilità del risultato sarà solo sua.

Mentre il Pd con il nuovo segretario si scrollerà questa stagione di fallimenti.

Ma se Majorino dovesse andare meglio di D’Amato è chiaro che per il Partito Democrato si riapre l’alleanza con i 5 Stelle e si chiude per sempre quella col terzo polo. Che invece Calenda ancora cerca.

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