Rimpatri e Cpr mandano in tilt la sinistra buonista milanese

L'assessore alla Sicurezza di Milano solleva il velo di ipocrisia sui reati in città compiuti dagli immigrati irregolari ma viene attaccato dalla solita sinistra ideologica

Rimpatri e Cpr mandano in tilt la sinistra buonista milanese

Per la sinistra, la sicurezza è un tema ideologico. Lo dimostra la spaccatura creata dall'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, nel momento in cui ha dichiarato che per la città servono più Cpr e rimpatri. Parole di buon senso quelle dell'assessore davanti all'escalation di violenza a Milano per mano soprattutto di stranieri irregolari sul territorio, che non sono piaciute ai suoi "colleghi" di partito.

"Usare le misure alternative o effettuare i rimpatri immediatamente o attraverso i Cpr è quello che dobbiamo fare per evitare che persone già fermate continuino a delinquere", ha spiegato Granelli a La Stampa, evidenziando che Milano ha bisogno di regole e di legalità, che grazie al buonismo e all'ideologia di sinistra sono vacanti. Tuttavia, le sue parole hanno scatenato le reazioni del Pd milanese: "I Cpr non vanno difesi ma chiusi perché sono luoghi al limite della legalità". Ma Granelli sembra ormai preso la direzione della stretta sull'illegalità, anche perché gli ultimi casi di cronaca sono un campanello d'allarme forte per Milano. "Ai colleghi di sinistra chiedo: è meglio che le persone che commettono reati continuino a farlo o dobbiamo lavorare per impedirlo? L'età media di chi che delinque si è abbassata: a quindici anni iniziano i primi furti. Lasciare che un minore resti in strada perché non c'è posto in comunità penale è assurdo", prosegue l'assessore.

Ma i suoi colleghi di partito non sembrano aver capito la gravità: "È curioso legare le questioni della sicurezza esclusivamente ai migranti che commettono reati". Così il consigliere del Pd Michele Albiani, presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino, ha commentato all'agenzia Mianews le parole di Granelli, negando che ci sia un problema legato soprattutto agli stranieri irregolari. Numeri alla mano, questa negazione appare un mero tentativo ideologico di non ammettere che le politiche di Beppe Sala hanno fallito su tutta la linea. Da sinistra sostengono che i Cpr sono luoghi in cui "le persone vengono detenute senza aver commesso reati" ma essere in Paese senza alcun documento, essendovi entrati in maniera illegale, è già di per sé un reato. Un concetto che a sinistra sembrano non voler capire.

Anzi, lo capiscono ma cercano di eluderlo, come fa Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra e Reti Civiche in Lombardia e co-segreterio di Sinistra Italiana Milano: "In carcere i reclusi scontano una pena per aver commesso un reato, in un Cpr invece sono recluse persone che non hanno commesso reati ma non hanno ottemperato a un decreto di espulsione".

Lo stesso Rosati, quindi, conferma che chi si trova in un Cpr ha commesso un illecito non ottemperando a un ordine di espulsione. Per altro, se una persona riceve un decreto di espulsione, evidentemente esiste un motivo per il quale non può più restare sul territorio italiano.

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