Non c'è pace per il calcio italiano. La ristrutturazione di alcuni stadi di calcio, in particolare l'Artemio Franchi di Firenze e un nuovo impianto vicino Venezia, è diventato motivo di scontro politico. In particolare, ad accendere i fari sulla questione è l'Unione europea dal momento che ciò dovrebbe avvenire anche con i fondi del Pnrr.
Bruxelles prima di sbloccare i 19 miliardi di euro per l'Italia, facenti parte della tranche di fine 2022, vuole vederci chiaro. Infatti, il restauro dei due impianti, approvato dal governo Draghi, è finito nella lista degli "approfondimenti tecnici".
Nel mirino dell'Unione europea
Come detto, i tecnici europei vogliono vederci chiaro sulla riqualificazione dello stadio di Firenze, costruito da Pier Luigi Nervi negli anni '30, e dell'area circostante. La Commissione europea non è convinta che il progetto possa essere considerato effettivamente di riqualificazione urbana e sociale e di conseguenze meritevole di accedere ai fondi Pnrr previsti per questo tipo di misure. Questo perché, affermano da Bruxelles, lo stadio è situato in una delle zone più benestanti di Firenze mentre è stato inserito in un progetto che ha l'obiettivo di "rigenerare, rivitalizzare e valorizzare grandi aree urbane degradate". In particolar modo, inoltre, sono contestati 55 milioni del contributo sul totale di circa 200 milioni. Inizialmente la Commissione aveva accettato il progetto preliminare ma il piano finanziaro a causa dell'aumento del costo dei materiali è stato rivisto con uno stanziamento aggiuntivo dello Stato. Ora il governo ha un mese di tempo per ottenere un nuovo via libera.
Diversi i dubbi anche sul progetto "Bosco dello sport" di Venezia. Un piano con un costo iniziale di 283 milioni, di cui 93 dal Pnrr, ora lievitato a 308. Si tratta, spiega il Corriere della Sera, di un'area verde di 115,56 ettari, il 68% forestato che prevede un nuovo stadio da 16mila posti, un'arena per eventi e altre opere accessorie su viabilità e parchi.
La difesa dei sindaci di Firenze e Venezia
A difesa dei progetti ci sono ovviamente i sindaci della città di Firenze e Venezia, rispettivamente Dario Nardella e Luigi Brugnaro, i quali si oppongono fermamente allo stop dell'Ue e dichiarano: "Se non meritano di passare progetti come quello di Venezia e Firenze, quasi tutto il Pnrr non dovrebbe essere autorizzato". Inoltre, sempre Nardella si è detto pronto a volare a Bruxelles per essere ascoltato dai servizi della Commissione. "Il nostro progetto è eccellente, abbiamo rispettato per filo e per segno tutti i criteri stabiliti dai vari governi italiani", spiega e aggiunge che fino ad oggi le istituzioni comunitarie non avevano detto nulla. Brugnaro si dice fiducioso anche se "è una situazione che nessuno si augurava". Non perde le speranze, però, perché "il governo è unito nel difendere i progetti".
Infatti, da Palazzo Chigi è arrivata una nota dopo lo stop di Bruxelles: "Il Governo fornirà ulteriori elementi a sostegno dell'ammissibilità di tutti questi interventi, in particolare quelli previsti nei Piani Urbani Integrati di Venezia e Firenze. Il Governo continuerà a lavorare in modo costruttivo con la Commissione Europea per garantire il positivo completamento delle attività di valutazione".
Renzi: "I soldi del Pnrr devono andare alle case popolari"
Più di qualche forza politica, invece, è rimasta molto perplessa se questo sia o meno il modo giusto di investire i soldi europei. In primis Matteo Renzi: "Stiamo rischiando di buttare 80 milioni di euro. Faccio un appello istituzionale e bipartisan a Giorgia Meloni e Dario Nardella: togliete lo stadio dal progetto del PNRR. Ha ragione l’Europa a non voler spendere così i soldi del contribuente. Avete un mese per spostare i soldi dello stadio su scuole e case popolari. Fatelo, fatelo insieme. Noi vi diremo bravi e vi daremo una mano”. Sempre il leader di Italia Viva aggiunge: “Quanto al Franchi, basta con lo strapotere delle sovrintendenze. Il privato, cioè la Fiorentina, faccia il suo progetto buttando giù le curve e dando uno stadio degno di questo nome alla città, ma uno stadio pagato dalla Fiorentina non dai cittadini”. Lasciano un po' perplessi queste dichiarazioni di Renzi dal momento che il suo partito fa parte della maggioranza del sindaco Nardella che ha approvato il progetto.
Anche dalla società civile, arrivano diverse critiche.
"L’area di intervento (Venezia-Tessera) non presenta alcuna delle caratteristiche di degrado sociale e di vulnerabilità previste dalla normativa, avendo indici di criminalità bassissimi e una struttura territoriale prevalentemente costituita da villette unifamiliari all’interno di un paesaggio agrario incontaminato", afferma Italia Nostra, associazione ambientalista e di salvaguardia dei beni culturali che ha presentato anche un ricorso al Tar. Quei fondi, piuttosto, per l'associazione andrebbero spesi per "vaste zone della città di Mestre, che avrebbero pieno titolo a ottenere questi fondi Pnrr".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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