Le convinzioni e i toni battaglieri a favore del Terzo Polo sono solamente un lontano ricordo. Ora Carlo Calenda ha fatto i conti con la realtà e - tra una rottura e l'altra, dall'asse saltato con Emma Bonino fino al divorzio con Italia Viva di Matteo Renzi - sembra essere determinato nel ricorrere a una decisione incontrovertibile: in occasione delle elezioni regionali non verrà percorsa una terza via ma, in base alle singole situazioni, si sceglierà il terreno in cui posizionarsi. La mossa disperata dell'ex ministro dello Sviluppo economico, come se fosse l'ultima spiaggia: attacca frontalmente Giuseppe Conte, ma nei fatti inciucia con i grillini senza escludere altre alleanze future.
Calenda, intervistato dal Corriere della Sera, ha respinto l'accusa di aver cambiato idea sull'avvocato e ha messo in fila una serie di critiche all'indirizzo dell'ex capo del governo gialloverde e giallorosso. "Penso che Conte sia un populista, che sia stato un pessimo presidente del Consiglio e non condivido le sue idee", sono state le bordate del leader di Azione. Che ha sferzato Conte anche sull'ennesima sparata nell'ambito della guerra tra Ucraina e Russia attraverso cui ha invitato Volodymyr Zelensky a indossare abiti civili: "Quello che dovrebbe fare Conte invece di dire cazz... sull'abbigliamento di Zelensky, è alzare la pochette e farsi trenta ore di viaggio per andare in Ucraina perché sta parlando di una vicenda di cui non sa letteralmente nulla".
Le dichiarazioni così dure stonano però con la scelta assunta da Calenda in Abruzzo, protagonista delle prossime elezioni regionali il 10 marzo e che rappresenterà un inedito laboratorio per il campo extralarge: Luciano D'Amico può contare sul sostegno di un fronte larghissimo, dal Pd al M5S passando per Azione, Abruzzo Vivo (Italia Viva), Verdi-Sinistra, Psi. In questo caso Calenda non si è fatto alcun problema nel condividere lo stesso cappello con il Movimento 5 Stelle, alla facia delle uscite al veleno all'indirizzo di Conte.
"In Abruzzo c’è un candidato civico di grande qualità. Dovrei non sostenerlo perché lo sostengono i 5 Stelle?", è la posizione esplicitata dal leader di Azione. Secondo cui a guidare le prossime decisioni saranno i criteri di competenza, onestà e valori democratici. Il tutto con una rotta ben precisa: di fronte a un sistema elettorale a un turno unico la strada di una candidatura terza non è percorribile, motivo per cui si sta abbandonando l'idea di puntare su candidature di testimonianza.
Proprio sul punto della maxi alleanza in Abruzzo nelle scorse ore Conte, che evidentemente prova vergogna nell'ammettere di spartire il campo con Calenda e Renzi, è stato smascherato. Un vero e proprio scivolone su cui il leader di Azione è voluto tornare per rivangare: "Ha detto l'ennesima fesseria. Azione è lì con la propria lista così come Italia Viva. E che Renzi e Conte facciano a gara a smentire ciò che è evidente è ridicolo". Curiosa la strategia di Calenda: spara a zero e allo stesso tempo tiene aperti i forni.
Se da un lato non passa inosservata l'ennesima piroetta, dall'altro è evidente la causa di una posizione del genere: è dettata dall'esigenza di non scomparire politicamente. Prova a non essere condannato all'irrilevanza, e lo fa aggrappandosi persino a Conte e ai grillini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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