"Cinque denunciati". Così la Digos smentisce la Boldrini sui saluti romani

La Digos ha trasmesso alla procura di Roma un'informativa sulla commemorazione coi saluti romani avvenuta a Roma. Via alle prime denunce: smentite le critiche arrivate da sinistra sulla presunta negligenza della polizia

"Cinque denunciati". Così la Digos smentisce la Boldrini sui saluti romani
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"E la Digos dov'era?". Pur di trasformare i saluti romani alle commemorazioni di Acca Larentia in una questione di Stato, a sinistra avevano addirittura messo in dubbio l'operato della polizia. Più o meno apertamente, alcuni progressisti avevano infatti insinuato che gli agenti avessero chiuso un occhio di fronte alle deprecabili braccia tese dei nostalgici, quasi a voler ipotizzare una sorta di accondiscendenza nei loro confronti. Al volo, quella frottola si era fatta strada in particolare sui social network, dove il passaparola rischia talvolta di creare vere e proprie fake news.

E infatti quella della Digos assente o distratta di fronte ai saluti romani era una bufala, visto che la polizia era presente e osservava quel che stava accadendo davanti all'ex sede dell'Msi. Come giusto che fosse. A nemmeno quarantott'ore dai fatti ormai noti, gli stessi agenti hanno difatti trasmesso alla procura di Roma una prima informativa sulla commemorazione tanto discussa. Secondo quanto si apprende, la polizia avrebbe anche già identificato decine di partecipanti all'iniziativa mentre sono cinque, al momento, le persone denunciate. E il lavoro proseguirà chiaramente nei prossimi giorni. Gli inquirenti stanno vagliando i filmati della manifestazione, nei quali sono stati ripresi volti e gesti dei partecipanti al raduno: tra di essi ci sarebbero soggetti già noti alla polizia, appartenenti a gruppi estremisti e al mondo ultrà. Smentite dunque le accuse di lassismo e le insinuazioni sulla mancata "schedatura" dei nostalgici.

Sul fronte politico, a sollevare simili dubbi sulla gestione della pubblica sicurezza era stata - tra gli altri - la deputata Pd Laura Boldrini. "Un signore alla prima della Scala grida 'Viva l'Italia antifascista', cioè il principio base della nostra Costituzione, e viene immediatamente identificato dalla Digos come se fosse un potenziale pericolo. Centinaia di persone si radunano, ogni anno, facendo chiara apologia del fascismo a braccio teso, cioè contro la Costituzione, e nessuno interviene, né li identifica, né lo impedisce", aveva lamentato la parlamentare, accostando peraltro due episodi diversi tra loro. "Il mondo alla rovescia, la vergogna è questa qui", aveva anche aggiunto.

L'informativa girata alla procura funge però da ideale risposta alle contestazioni di quel tipo, che peraltro non tenevano conto

di un altro possibile fattore: presumibilmente, alcuni dei protagonisti della manifestazione nostalgica erano persino già noti alle forze dell'ordine, che dunque non avevano bisogno di effettuare identificazioni a raffica.

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