Ossessione. Non si può definire in altro modo il sentimento della sinistra nei confronti di Giorgia Meloni. Emozioni e sensazioni vissute in prima persona da Romano Prodi, che negli ultimi giorni ha dedicato gran parte del suo tempo ad attaccare il primo ministro. "Obbedisce a Trump" la prima sparata del Professore, seguita dal dito puntato contro le presunte "radici estremiste e violente". Oggi, ospite all'evento di Comunità democratica a Milano, quello organizzato per lanciare Ernesto Maria Ruffini come leader di un ipotetico centrino, l'idolo della sinistra è tornato a gettare fango.
"Era ora che cominciassimo a parlare, siamo stati muti per troppo tempo, democrazia è partecipazione" ha esordito Prodi sul palco dell'ex uomo delle tasse, per poi mettere ancora una volta nel mirino la Meloni con una frase a dir poco sibillina: "Siamo stati muti per troppo tempo e siamo stati corrosi dal mito dell'uomo o della donna sola al comando. La democrazia si salva solo con la partecipazione".
Applausi scroscianti dei compagni, del resto ogni occasione è buona per provare a denigrare. Evidentemente Prodi e gli altri volti di spicco della sinistra non hanno ancora compreso che demonizzare l'avversario, magari citando l'immarcescibile ritorno del fascismo, non basta a vincere le elezioni. Nel corso della sua filippica, Prodi ha naturalmente fatto il tifo per una futura ammucchiata: "Il Pd è l'unico partito per la sua forza è in grado di indicare strumenti e percorsi per costruire il futuro. È l'unico partito. Se sarà capace di apertura e condivisione potrà costruire un'alleanza vincente fondandosi su un'idea condivisa. Ringrazio Schlein che è riuscita a rafforzare l'indispensabilità del Pd come catalizzatore della capacità di cambiamento".
Non creare un partito o una corrente, ma dare un contributo al Partito democratico e al centrosinistra è l'obiettivo di questo centrino di Ruffini. Anche Prodi ha rimarcato di non pensare a un partito dei cattolici, bensì al "necessario e indispensabile, anche se non sempre riconosciuto, contributo dei cattolici per la costruzione di un Paese più giusto e più dinamico".
Una cosa è certa, l'indicazione principale è screditare il governo con un calderone confuso che comprende la produzione industriale, la crescita e i presunti primati inesistenti: "Dobbiamo prepararci a un confronto elettorale tra 2 anni che dovrà dare vita a un governo di cambiamento e dovrà avere durata per tutta la legislatura".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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