Al momento non cambia nulla. A dispetto degli annunci di Matteo Renzi, oggi il governo non sblocca i debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese e non taglia il cuneo fiscale. Tutto rimandato. Il Consiglio dei ministri ha esaminato un disegno di legge sui pagamenti dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione che, contrariamente alle attese, non prevede risorse ulteriori per liquidare gli arretrati rispetto ai 47,5 miliardi di euro già previsti dal precedente governo Letta. La motivazione di optare per un ddl e non per un decreto risiederebbe nell'incapacità di trovare le coperture necessarie. Con il ddl i tempi si allungano e l'esame del Parlamento non sarà celere. Un comunicato di Palazzo Chigi spiega inoltre che sulla riduzione del carico fiscale è prevista soltanto un'informativa del Presidente del Consiglio.
"Vediamo se riusciamo a presentarvi il lavoro molto serio e articolato che abbiamo predisposto e che vedrà in serata i ministri alternarsi a presentare le varie misure approvate". Esordisce così il premier nella conferenza stampa a seguito del Consiglio dei ministri. "Confermiamo per l’ennesima volta che nei prossimi 100 giorni faremo una lotta molto dura per cambiare ad aprile la P.A, a maggio il fisco e a giugno la giustizia, provvedimenti che non fanno parte del pacchetto di oggi. Il primo di luglio noi avremo un'Italia più leggera. Il prossimo semestre l’Italia guiderà l’Europa, non sarà fondamentale solo cambiare l’Europa ma servirà cambiare noi. Per questo individuiamo un nemico e un avversario che è colui il quale dice "si è sempre fatto così", ha spiegato il premier. Che poi ha annunciato che "L’Europa ci chiede di spendere bene i soldi che abbiamo bloccato e che investiremo da subito: 3 miliardi di fondi europei".
"Dal primo maggio 1000 euro netti all'anno a chi ne guadagna meno di 1500 euro al mese". È questa la più grande promessa di Renzi, che ha spiegato: "Ho provato a fare avere in busta paga prima delle elezioni, ma sono stato respinto con perdite. Per noi è evidente che mettere in tasca mille euro in più aiuta la propensione al consumo ma è anche una misura di attenzione, di equità ed è frutto di una politica che dà il buon esempio. Un’operazione che definirei di portata storica". A maggio ci sarà anche il taglio dell'Irap del 10%. Salirà la tassazione sulle rendite finanziarie (ma non sui Bot) dal 20 al 26%.
Sulla legge elettorale il presidente del Consiglio ha spiegato che "ha molti limiti ma non ci saranno mai più larghe intese e chi vince governa 5 anni. È una rivoluzione impressionante, c’è un cambio strutturale, con questa legge elettorale c'è un cambio strutturale: c'è sempre un vincitore, un ballottaggio.
Infine, sulla riforma del Senato, Renzi è stato perentorio: "Se non passa la fine del bicameralismo perfetto considero chiusa la mia esperienza politica. Rischio tutto, non faccio politica per ambizione personale".
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