"Pronti a correre da soli", "Dove va senza di noi?". Ancora scintille tra Conte e Pd

Il presidente dei 5 Stelle minaccia la corsa in solitaria alle prossime elezioni politiche: "Siamo progressisti indipendenti". L'irritazione dei dem: "Sia prudente, senza noi non c'è alternativa"

"Pronti a correre da soli", "Dove va senza di noi?". Ancora scintille tra Conte e Pd
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Dopo oltre due anni di opposizione, la sinistra non è ancora riuscita a fare fronte comune e a trovare una strategia per compattarsi contro un governo che dipinge come un mostruoso pericolo. Il nuovo corso del Movimento 5 Stelle sembra andare nella direzione di un definitivo abbraccio con il Partito democratico, ma tra le due formazioni politiche gli animi sono tornati a infuocarsi. Tutto è partito dalle recenti dichiarazioni pronunciate da Giuseppe Conte, fonte di una accalorata discussione che ha infastidito più di qualche esponente dem. Alla faccia di Elly Schlein e della sua strategia testardamente unitaria.

La sferzata di Conte al Pd

Ieri il fu avvocato del popolo, intervistato da La Stampa, si è reso protagonista di un'uscita per certi versi inaspettata. Mentre il M5S è diventato sempre più un partito sbilanciato a sinistra, ha fatto una precisazione che non è sfuggita ai potenziali alleati: "La mia comunità non si definisce di sinistra, ma progressista. Ci definiamo progressisti indipendenti". Ma ad aver catturato le principali attenzioni (e irritazioni) è un'altra uscita. Se si votasse domani, il Movimento riandrebbe da solo alle prossime elezioni politiche?

Messo di fronte a questa domanda, Conte ha spiazzato tutti: "Se il Pd non cambia idea sì". L'ha giudicata come la logica conseguenza della loro coerenza, ma di fatto suona come una sorta di avvertimento: o i dem assumono un'altra fisionomia o i 5 Stelle sono pronti all'ennesima corsa in solitaria a livello nazionale. L'ex presidente del Consiglio ha fatto notare che pesano e non poco le ultime posizioni adottate dal Partito democratico, dal via libera alla Commissione europea all'ok per l'invio di armi all'Ucraina.

L'irritazione dei dem

Le esternazioni di Conte sono arrivate come una doccia gelata al Nazareno, che teme un bastone tra le ruote al percorso di unificazione della coalizione. Il centrosinistra è sempre più litigioso, azzoppato da veti incrociati e personalismi. Un deputato del Pd - riporta La Stampa - ha allargato le braccia e ha tuonato: "Conte? Ogni giorno ha la sua pena". Al momento nel Pd si vuole evitare la resa dei conti e si valuta il tutto come una comprensibile esigenza di mostrare i muscoli in questi giorni in cui gli iscritti 5S sono chiamati al nuovo voto online sulla sfida con Beppe Grillo. Ma i mal di pancia non mancano.

Un nome di peso come quello di Igor Taruffi - responsabile Organizzazione del Pd, l'uomo delle alleanze nelle Regioni - getta acqua sul fuoco ma non rinuncia a una frecciatina: "Rispettiamo il momento delicato che i 5 Stelle stanno vivendo. Sono certo che l'obiettivo di tutti sia battere questa destra e che nessuno si illuda di poterlo fare da solo". Insomma, il Movimento dove pensa di andare senza il Partito democratico?

Le maggiori lamentele arrivano dai riformisti. Il senatore Alessandro Alfieri, interpellato dall'Adnkronos, ha consigliato a Conte di "essere più prudente nei giudizi". Il motivo? "Senza il Pd non c'è alcuna alternativa". Ennesima bordata per ribadire che i dem sono un perno indispensabile per prendere il timone dell'Italia. Anche in Europa si registrano borbottii.

Giorgio Gori ha affidato a X una stoccata al veleno verso Conte che definisce il M5S una cosa del tutto originale. "Tanto originale da coincidere esattamente con le posizioni di Orban, Salvini e Le Pen", ha scritto l'europarlamentare del Pd. È il nuovo capitolo di una saga stucchevole.

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