Quei "cattivi maestri" dei giovani e la visione distorta della politica

Quanto accaduto a Firenze non è altro che conseguenza dell’ideologia: per un’idea, infatti, non si ricorre alla violenza. La causa è sempre la stessa: vedere nell’altro non un avversario ma un nemico, un mezzo con il quale affermarsi, costi quel che costi

Quei "cattivi maestri" dei giovani e la visione distorta della politica

Quanto accaduto a Firenze non è che uno dei tanti episodi della dilagante violenza fra i giovani. È certamente triste e al contempo interessante constatare che sempre più spesso i fenomeni di violenza avvengono o in famiglia o tra i giovani. A questi poi occorre aggiungere la non meno inquietante violenza delle strade legata a certe manifestazioni ispirate alla politica, o meglio, perché la politica è cosa ben diversa, a una visione distorta della politica e delle sue rivendicazioni. Ulteriore prova che si tratta di fenomeni che sono conseguenza dell’ideologia: per un’idea, infatti, non si ricorre alla violenza. La causa è sempre la stessa: vedere nell’altro non un avversario ma un nemico, un mezzo con il quale affermarsi, costi quel che costi. Che il fenomeno violento avvenga tra le mura domestiche, nei bagni di una scuola o sulla pubblica piazza, poco importa: l’altro non è un mio simile, non conta nulla, io basto a me stesso.

Altro fattore che sicuramente contribuisce a innescare la violenza tra i nostri giovani è la solitudine cui ormai da almeno tre decenni li abbiamo abbandonati. Cosa fa un adolescente quando torna da scuola e non ha altra alternativa se non l’ozio del parchetto o i tentacoli dei social, con le idee che circolano e che i nuovi mezzi di comunicazione contribuiscono ad amplificare? Ecco i cattivi maestri! La loro categoria abbraccia i settori più disparati: la pubblicità, gli influencer, certi cantanti e personaggi dello spettacolo e, aggiungiamoci, certi nostri politici. Perché si tratta di maestri cattivi? Perché i messaggi che diffondono sono ispirati alla logica del guadagno, della popolarità, del fare cassa alle spalle di chi non ha gli strumenti per comprendere l’inganno. In altre parole, i cattivi maestri intercettano e sfruttano la fragilità di chi li segue. Pensiamo ai messaggi violenti lanciati in prima serata dal palco di Sanremo, dalla Tv pubblica. E’ ovvio, che se chi occupa determinati ruoli o gode di una certa visibilità mediatica si lascia andare a comportamenti violenti, i giovani si sentiranno legittimati a fare lo stesso.

Allora, occorre invertire la rotta e fare nuove proposte ai giovani, proposte credibili e in grado conquistarli, ampliando le occasioni di aggregazione sana e costruttiva. Al di là delle molteplici e belle proposte già esistenti e provenienti dalle diverse realtà educative o del volontariato, anche la scuola può e deve fare molto: al mattino si sta in classe e si apprende, al pomeriggio si ritorna a scuola e si studia assieme o si svolgono attività con uno sguardo sempre proiettato all’altro, al suo bene. Non è educativo che un ragazzo di 15 anni trascorra i suoi pomeriggi nella noia del parchetto o del centro commerciale, né che abbia come unico impegno la palestra intesa non ad un benessere psicofisico ma come esaltazione del proprio io. E poi, mi si consenta di dire anche questo: ricordo che, quando ero ragazza, i miei amici i cui genitori avevano un’attività in proprio (un negozio, un bar, una ditta) aiutavano i loro genitori. Il figlio del padrone veniva affidato all’operaio più esperto e imparava il mestiere. Ora, ovviamente nel massimo rispetto della normativa giuslavoristica e della sicurezza sui luoghi di lavoro, smettiamola di dire che, se un ragazzo di 15 anni segue il proprio papà sul furgone, si cade nel reato di sfruttamento del lavoro minorile!

Ancora un’ultima considerazione: quale esempio sta offrendo la politica ai nostri giovani? Il governo eletto dai cittadini è continuamente oggetto di polemiche e di ostruzionismo. Non voglio prendere le parti di nessuno ma occorre che tutti i partiti compiano un esame di coscienza e si pongano la domanda: perché la mia parte politica non ha ottenuto la maggioranza? Come posso adempiere al mio mandato di opposizione in modo serio e costruttivo, non per il bene della mia parte ma per il bene pubblico? Quando si compiono delle scelte, occorre poi assumerne le conseguenze. È inutile, pertanto, condannare la violenza o i diversi fenomeni che la cronaca ci fa conoscere e poi fomentare quella stessa violenza accusando l’altra parte politica. È necessaria una nuova e motivata coerenza, una nuova etica nella politica. Non solo non si finanziano illegalmente i partiti, ma si rispetta un codice di comportamento, pur nella legittima dialettica.

Chissà che una scuola nuova, liberamente scelta dai genitori, una scuola aperta alle diverse realtà benefiche operanti sul territorio, unita ad una politica diversa siano le due premesse al cambiamento e alla fine della violenza giovanile.

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