Da Quota 103 a Opzione donna: il piano del governo sulle pensioni

Sono diverse le opzioni sul tavolo per un cambiamento strutturale sul fronte delle pensioni. Ecco tutte le soluzioni che l'esecutivo sta valutando

Da Quota 103 a Opzione donna: il piano del governo sulle pensioni
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Le attenzioni del governo sono rivolte anche sulle pensioni. Un fronte di assoluta importanza su cui bisognerà necessariamente intervenire facendo un bilancio tra i due fattori principali: le esigenze degli italiani e le casse dello Stato. L'esecutivo di centrodestra è al lavoro per partorire una riforma in grado di apportare un cambiamento strutturale, ma è un percorso che andrà fatto per gradi tenendo in considerazione anche le altre urgenze del momento. Ecco il piano sulla riforma previdenziale.

Quota 103 e Opzione donna

Al momento il governo sembra essere intenzionato a mantenere il sistema in vigore. Questo vuol dire che, salvo ripensamenti, nel 2024 si potrà andare in pensione con le norme dello stato attuale. Stando a quanto appreso e riferito da Il Messaggero, l'ipotesi a cui l'esecutivo sta lavorando sarebbe quella di prorogare ancora per un anno Quota 103. Si tratta della pensione anticipata flessibile per i lavoratori che maturano un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva minima di 41 anni.

Allo stesso tempo si intende intervenire su Opzione donna, megari prevedendo un requisito anagrafico a 60 anni di età senza effettuare alcuna distinzione né per quanto riguarda il numero di figli né nell'ambito del lavoro. Nella prossima legge di Bilancio dovrebbe trovare spazio anche il potenziamento dell'Ape sociale, che oggi va a favore di chi ha compiuto almeno 63 anni di età e che non è già titolare di pensione diretta in Italia o all'estero e ai lavoratori con 36 anni di contributi che svolgono un lavoro ritenuto usurante.

Le motivazioni della proroga vanno trovate nel bisogno di dare risposta alle altre necessità del momento. Molte risorse economiche saranno destinate alle misure per combattere l'inflazione e l'aumento generalizzato dei prezzi, senza dimenticare il primo intervento sulle aliquote Irpef e la volontà di prorogare il taglio del cuneo fiscale: sicuramente la prudenza sarà un elemento chiave, ma comunque verrà evitato quell'impatto assai negativo della legge Fornero che tanti italiani temono.

Le ipotesi per il 2024

La proroga servirà anche per guadagnare tempo e studiare nel dettaglio le future mosse per mettere in piedi una riforma previdenziale davvero efficiente. A tal proposito sono diverse le opzioni sul tavolo che verranno analizzate in maniera approfondita. Su tutte spicca Quota 41 in forma secca, ovvero il pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. Un'ipotesi che però sarebbe assai costosa, motivo per cui - spiega Il Sole 24 Ore - si potrebbe introdurre in via temporanea una Quota 41 vincolata al ricalcolo contributivo dell'assegno.

Nel ventaglio delle possibilità rientra pure Quota 96, che nei fatti permetterebbe l'uscita anticipata a chi ha 61 anni d'età (o 60) e 35 di contributi solo per alcune specifiche

categorie sociali. Come riferito da Il Gazzettino, tra queste ci dovrebbero essere quelle dei lavori coinvolti in attività ritenute gravose e usuranti. Si tratta di uno strumento che comunque non dovrebbe escludere l'Ape sociale.

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