Renzi striglia il Partito Democratico "Tocca a noi. Ora giocare d'attacco"

Il sindaco di Firenze striglia il partito: "Dobbiamo giocare d'attacco". E a Letta: "Fai quello che devi, non cercare alibi"

Renzi striglia il Partito Democratico "Tocca a noi. Ora giocare d'attacco"

"Ventitre anni fa un giovane sconosciuto cantautore, Luciano Ligabue, inventò l'inno della mia generazione". Così Matteo Renzi inizia il suo discorso alla festa del Partito Democratico di Bosco Albergati.

Il sindaco di Firenze cita la Non è tempo per noi di Luciano Ligabue, "una canzone molto bella, ma anche triste", perché "vorrei che ci domandassimo se davvero non è tempo per noi e ser questo è il nostro tempo". Per poter tornare "a lavorare per dare all'Italia un futuro".

Renzi rompe il silenzio stampa osservato nell'ultimo periodo e attacca chi del Partito Democratico ha una visione troppo legata al passato. "Abbiamo bisogno - dice - del partito, ma la vecchia tessera non basta più in un mondo che è sempre più precario e cambia velocemente".

L'obiettivo è quello di "inventarci un partito diverso che non si basa solo su tessera e appartenenza", provando a "giocare all'attacco", perché "ora più che mai vanno presi i voti dei delusi del Pdl". L'alternativa, "a forza si storcere il naso" sarà soltanto "perdere le elezioni". Poi se la prende con Beppe Grillo, "il principale sponsor del governo a larghe intese, ha paura di far cambiare le cose"

Renzi non ha interesse a far concludere prima l'iter di questo esecutivo: "Io - dice - faccio il tifo per il governo, ma deve fare le riforme". Posta questa condizione "per me il governo può durare fino al 2018, ma non posso accettare che si indichi come nemico chi dice che si facciano le cose". E a Enrico Letta: "Vai avanti e fai quello per cui sei stato eletto per farlo, se non sei in grado, non cercare alibi fuori dal Parlamento".

Il sindaco di Firenze tocca anche la questione Berlusconi e ricorda che il compito del Pd "è

538em;">salvare l’Italia, e per salvare l’Italia si parte da un principio: le sentenze si rispettano, la legge è uguale per tutti". Ma aggiunge anche che sono "venti anni che stiamo aspettando Berlusconi. Almeno il congresso del Pd possiamo farlo senza di lui".

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