La Russa, il figlio Leonardo consegna il telefono: sequestrato

Leonardo La Russa ha consegnato spontaneamente il dispositivo cellulare alla polizia, che ha proceduto al sequestro su indicazione della Procura

La Russa, il figlio Leonardo consegna il telefono: sequestrato
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Dopo giorni di polemiche, Leonardo La Russa ha consegnato volontariamente il proprio telefono cellulare agli investigatori nell'ambito dell'indagine che lo vede indagato a seguito della denuncia di una ragazza, che lo accusa di aver avuto un rapporto non consenziente dopo una serata in discoteca. La procura di Milano ha proceduto al sequestro del dispositivo ma non della scheda sim, che sarebbe stata rimossa dal dispositivo in quanto intestata ad una società che fa capo allo studio legale del presidente del Senato. La consegna dello smartphone è avvenuta in presenza dell'avvocato Adriano Bazzoni, legale scelto dal terzogenito del politico.

Le ricerche all'interno del dispositivo verranno eseguite dalla polizia giudiziaria con precise parole chiave per cercare di ricostruire le eventuali interazioni a partire dal 19 maggio scorso, quando sarebbe avvenuta la presunta violenza. Intanto la procura prosegue nell'ascolto delle testimonianze e tra queste c'è anche una conoscente della presunta vittima che la sera tra il 18 e il 19 maggio scorso si trovava per una serata nel locale in via Merlo, dove il figlio di La Russa e la ragazza si sarebbero casualmente incontrati. Questo testimone avrebbe riferito agli inquirenti che la presunta vittima non sembrava "particolarmente alterata".

Sono una decina in tutto i testimoni chiamati a raccontare quanto hanno visto in quella serata, tra questi anche la madre della presunta vittima. La versione del testimone ascoltato questa sera, però, non collima con quella di un'amica della 22enne che ha parlato di un comportamento "strano" e della stessa giovane che ha denunciato il terzogenito del parlamentare di Fdi, che racconta di essersi svegliata nel letto del ragazzo e di non ricordarsi niente di quella notte.

La sua memoria si sarebbe fermata a quando lui le ha offerto da bere. Tra le deposizioni, ieri è stata raccolta anche quella della madre della 22enne. Uno dei punti nodali da chiarire sono le condizioni in cui era la ragazza, risultata poi positiva a cocaina, cannabis e benzodiazepine, queste ultime dovute all'assunzione regolare di tranquillanti.

La madre della denunciante è stata sentita come testimone perché è stata lei, nel pomeriggio nel 19 maggio, giorno successivo alla presunta violenza, ad accompagnare la figlia presso la clinica Mangiagalli dove la giovane è stata visitata.

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