"Schiforma Nordio". Il solito Fatto: attacchi alla riforma della giustizia (e al Cav)

Ancora fango da Travaglio & Co: bordate contro la riforma targata Nordio ("I funerali della giustizia") e nuova dose di odio contro Berlusconi e la Meloni

"Schiforma Nordio". Il solito Fatto: attacchi alla riforma della giustizia (e al Cav)
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Sulla riforma della giustizia il governo ha imboccato la strada giusta. Quella delle riforme radicali, nel solco di un garantismo ritrovato e di un buon senso strettamente necessario. Che la riforma targata Carlo Nordio possa essere la soluzione alle storture del sistema mediatico - giudiziario italiano, lo si può capire in due momenti diversi tra loro. Il primo, nella tarda serata di ieri, quando il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità alla prima tranche di una riforma della giustizia ancora più ampia. Il secondo, questa mattina, quando si legge il titolo del Fatto Quotidiano e l’editoriale del suo direttore, Marco Travaglio. Il refrain è sempre lo stesso: i toni sprezzanti, le parole fuori misura, l’attacco gratuito e vigliacco al Cavaliere e non solo.

Il Fatto attacca la riforma

Il nuovo metro di misura del governo Meloni deve, o dovrebbe essere, il Fatto Quotidiano e gli altri cosiddetti “giornali progressisti”. Più la stampa avversaria spara a zero contro le riforme, più l’esecutivo sta lavorando bene. Più aumentano gli attacchi preventivi e fuori misura dei commentatori della gauche italiana, più aumentano le chance di vittoria per il governo. Sia sull’annoso tema della giustizia, sia sulla prossima riforma istituzionale.

Il titolo del giornale diretto da Marco Travaglio è sprezzante: “È già risorto”. Il riferimento, codardo e fuori misura, è a Silvio Berlusconi e al berlusconismo.“Berlusconismo senza B. Il governo Meloni – urla il Fatto – abolisce l’abuso d’ufficio, favorisce le latitanze, imbavaglia la stampa, silenzia le toghe e scuda mediaset”. Il fantastico, e soprattutto falso, mondo di Travaglio non finisce qua:“I funerali della giustizia. Schiforma Nordio per vendicarlo”. Il tono del giornale diretto da Marco Travaglio non si smentisce mai: un mix di attacchi post-mortem al Cavaliere con un’aggiunta di offese al veleno nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

La riforma Nordio

Poco importa se i punti toccati dalla riforma Nordio, a ben vedere, rappresentano da sempre delle piccole e grandi “anomalie” del sistema giudiziario italiano. Prime su tutte, il reato di abuso d’ufficio e l’uso smodato delle intercettazioni. Il primo, con il via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge firmato Nordio, verrà abrogato definitamente. Da un lato l’abuso d’ufficio rappresentava un forte limite per sindaci e funzionari pubblici. Dall’altro presentava una vera e propria anomalia italiana: la quasi totalità dei procedimenti per abuso d’ufficio si concludevano con l’archiviazione. Un’assurdità sottolineata ieri dallo stesso Guardasigilli:“Sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che rappresentavano il vero motivo della paura della firma”. L’altro cardine delle modifiche targate Nordio riguarda le intercettazioni. Il governo ha deciso per una forte stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni che non sono agli atti di processo. Un modo per tutelare le persone terze, non direttamente coinvolte nelle indagini.

Il pasdaran Travaglio non si arrende e, nel suo editoriale di oggi, commenta il ddl Nordio gettando un'altra dose di odio contro Berlusconi e la Meloni. “Il Melusconi - scrive - coglie la salma al balzo, prima che si freddi troppo, per partorire una schiforma delle giustizia che è persino peggio di quelle di B.” E continua: “Via l’abuso d’ufficio, così gli amministratori pubblici possono continuare a regalare i miliardi del Pnrr a parenti e amici.

Via le intercettazioni dai giornali: così, oltre a farla franca, i ladri di Stato passano per gigli di campo e la stampa può dedicarsi alle rubriche di giardinaggio”. Insomma, il solito Travaglio. Con la solita chilata di livore quotidiano. Il ché è la riprova (non che ce ne fosse bisogno) del fatto che il Guardasigilli e tutto il governo sono sulla strada giusta.

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