Altro che campo largo. Lo sgambetto della Schlein a Conte: così gli fa la guerra sulla pace

Il leader pentastellato scende in piazza per "per la pace subito". La segretaria del Pd diserta la manifestazione e l'ala riformista dem prende le distanze dai grillini

Altro che campo largo. Lo sgambetto della Schlein a Conte: così gli fa la guerra sulla pace
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La polveriera mediorientale, come la guerra in Ucraina, richiede posizioni limpide. La politica, in quanto tale, è chiamata necessariamente a schierarsi da una delle due ragioni in campo. Il Movimento 5stelle targato Giuseppe Conte rappresenta l’eccezione in negativo. Il leader pentastellato è passato da incararne una visione orginariamente militarista (accettando l'invio di armi all'Ucraina prima e aumentano la spesa militare poi) a interpretare, con una giravolta degna di nota, la forza pacifista per eccellenza dell'intero scacchiere parlamentare. E il paradosso è servito: qualsiasi manifestazione di pace, con tinte più o meno rosse, diventa ad oggi il palco naturale dell’ex avvocato del popolo. La manifestazione per la “pace subito”, indetta per domani nelle principali città italiane, rapprenta l'ennesimo motivo di scontro all’interno dell’opposizione.

Giuseppe Conte, ovviamente, ha già fatto sapere che sarà presente con una squadra di parlamentai grillini. Dall’altra parte il Partito democratico, anche per non restare indietro sul campo del pacifismo, ha deciso di esserci ad ogni costo. Con alcune piccole novità: Elly Schlein, formalmente a causa di alcuni impegni inderogabili, non ci sarà. La piazza, quindi, verrà lasciata quasi definitivamente all’amico nemico Giuseppe Conte. “Ma Elly che fa? – discutono alcuni parlamentari dem ripresi da La Repubblica – Vedrete che alla fine va in piazza” “Ma no – rilanciano – quel giorno è a Venezia per parlare di casa, non ha margini in agenda: il suo intervento è pure di pomeriggio”.

Tra le innumerevoli incertezze una cosa è certa: la manifestazione pacifista indetta per domani in diverse città italiane, da Roma a Milano, diventa l’ennesimo azzardo politico della gauche nostrana. Gli organizzatori, dalla rete “Pace e disarmo” con Amnesty International all’Anpi, fino all’Arci e Sant’Egidio, assicurano che non ci saranno bandiere palestine o israeliane. Le ultime manifestazioni pro-palestina, da Bologna a Milano passando per Roma, stanno assumendo contorni sempre più ambigui e pericolosi. Il confine tra protesta e antisemitismo imperante è purtroppo labile. I cori contro gli ebrei, i cartelloni antisemiti choc e le troppe giustificazioni dell’azione terroristica di Hamas sono ormai all’ordine del giorno.

E forse proprio per questo motivo il Partito democratico, seppur attore partecipante della manifestazione, ha deciso di prendere le distanze dal movimento grillino. Se l’ala movimentista dem spinge per aderire alla manifestazione, dalle parti dell’ala riformista partono i distinguo.“La linea del partito è cessate il fuoco umanitario, come ha detto il Parlamento Ue”, fa sapere l’ex vicecapogruppo del Pd, Piero De Luca.

“Bene che ci vada una nostra delegazione, ma non è la linea del partito, che tiene conto solo degli obblighi internazionali”, sentenzia Alessandro Alfieri, capogruppo agli Esteri al Senato. Elly Schlein è schiacciata tra due poli: seguire l’atlantismo dell’ala riformista dem, oppure, ricalcare l’anti-occidentalismo in salsa grillina. Domani, in programma, la prima prova della piazza.

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