Schlein e Conte all'assalto del governo: ecco fino a dove si sono spinti in Aula

I ministri Piantedosi e Nordio riferiscono in aula sul "caso Almasri", ma la sinistra ne approfitta per mettere in atto una sceneggiata contro la presidente del Consiglio

Schlein e Conte all'assalto del governo: ecco fino a dove si sono spinti in Aula
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Il "caso Almasri" è al centro dello scontro politico italiano. Due ministri, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, hanno riferito in aula per chiarire la posizione del governo. Ma l'opposizione non è soddisfatta, vuole lo scontro e punta al bersaglio politico più grosso, la presidente del Consiglio. Ecco cosa ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein: "Meloni ha mandato i suoi ministri in Aula, un atteggiamento da presidente del coniglio, non del Consiglio. Doveva esserci lei qua, perché quello che hanno detto i ministri non è una risposta". Dal punto di vista dell'opposizione è comprensibile cercare ogni scusa per screditare chi guida l'esecutivo, lo è meno il fatto che due ministri di peso, per giunta coinvolti direttamente nella vicenda, vengano considerati alla stregua di due sottosegretari qualunque.

Schlein è implacabile e in aula attacca a muso duro: "La vostra arroganza non ha limiti, mentre scarcerate un criminale ricercato a livello internazionale, proponete leggi per trasformare la vostra immunità in impunità". Rivolgendosi a Nordio l'accusa si fa ancor più pungente: "Lei non ha parlato da ministro ma da avvocato difensore di un torturatore. Il ministro deve trasmettere gli atti" della Corte Penale Internazionale - ha aggiunto - "lei accusa noi di non aver letto le carte, ma lei non ha letto la legge, ministro Nordio, e l’ha violata davanti al Paese".

Ad alzare il livello dello scontro non sono mancati i cartelli esposti in aula dai rappresentanti del Pd alla fine dell’intervento della segretaria: "Meloni dove sei?" e "Meloni la patriota in fuga". I cartelli sopra le scritte avevano i disegni dei coniglietti, riprendendo la chiara allusione fatta nel suo intervento dalla Schlein, che ha accusato la premier di poco. Il presidente Lorenzo Fontana ha fatto prontamente rimuovere i cartelli.

Elly Schlein alla Camera

Non meno duro l'intervento di Giuseppe Conte, leader del M5S. Duro l'attacco diretto alla premier: "Presidente (Fontana, ndr) oggi c'è una grande assenza del presidente Meloni, scappa dal Parlamento, scappa davanti agli italiani, è un atto di grande viltà istituzionale. Io mi rivolgo direttamente a lei, presidente Meloni, lo so che ci sta guardando, è nascosta dietro un computer, ha parlato per tre volte di questa vicenda fornendo versioni diverse. Adesso non parli, perché se non è venuta a parlare qui non si permetta di parlare davanti a qualche scendiletto. Non tocchi più la questione, parli solo davanti al Tribunale dei ministri". E ancora: "Ai ministri presenti dico: non siamo sorpresi che scappino tutti, anche i criminali, avete scritto anche una riforma: adesso li avvertite i criminali prima di arrestarli, così voi contrastate il pericolo di fuga. Ormai siamo diventati un porto franco, un Paese dei balocchi dei criminali".

Rincara la dose Riccardo Magi, segretario di +Europa: "Noi abbiamo ascoltato incredibilmente il ministro della Giustizia del governo italiano indossare i panni del difensore d'ufficio di quello che il ministro dell'Interno del governo italiano che ha definito un personaggio pericoloso. Ministro Nordio - prosegue - non spettava a lei entrare nel merito della collocazione temporale delle ipotesi di reato della Corte, che non avrebbero dovuto inficiare l'esecuzione del mandato d'arresto. Le concediamo solo una cosa, che c'è un concorso nell'omissione di questo mandato, ed è avvenuto tra la procura della Corte d'appello, che ha una responsabilità, e il governo, che ha un'enorme responsabilità, di cui la presidente Meloni non poteva non essere al corrente".

E Nicola Fratoianni, deputato di Avs e segretario di Sinistra Italiana, non usa certo il fioretto: "Ancora una volta Giorgia Meloni è scappata", non è venuta a riferire, "come tutte le opposizioni le avevano chiesto su una vicenda che resterà un'onta di infamia sulla storia delle istituzioni di questo Paese. Per una leader politica che ha tanto investito sul racconto di lei come donna, madre e cristiana" era difficile "giustificare la scelta di liberare un torturatore e uno stupratore. Ha deciso di mandare qui due autorevoli prestanome di successo il ministro della Giustizia e del ministro dell'Interno".

Bordate polemiche anche da parte di Matteo Renzi: "Qualche giorno fa la sorella della leader, perchè nelle democrazie mature quando non c'è la leader parla la sorella, aveva spiegato che il libro da leggere è 'Il signore degli anellì. Da oggi il libro da leggere è 'Le avventure di Pinocchiò", ha attaccato il senatore. "A noi tocca il ruolo del Grillo parlante, quelli che dicono la verità. Nordio e Piantedosi sono il gatto e la volpe. Qualcuno vorrebbe fare Pinocchio, che però è un personaggio positivo -ha proseguito Renzi-.

Lucignolo lo fa Delmastro, che se vede il curriculum di Almasri lo propone per il Dap. Meloni vorrebbe fare la fatina, ma fa l'omino di burro. Il presidente del Senato dovrebbe redarguire la maggioranza che interrompe l'opposizione, se no fa Mangiafuoco", ha aggiunto.

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