Il terremoto politico in Sardegna è stato improvviso e ha colto di sorpresa il campo largo, che poco meno di un anno fa aveva esultato per la vittoria alle regionali e si era gasato per avviare la scalata nazionale contro il centrodestra. Ma il successo di Alessandra Todde non aveva comunque messo da parte i dissidi all'interno della coalizione, che ora vengono a galla in seguito al caso scoppiato sulle spese elettorali. Così il centrosinistra torna a litigare e aumentano i timori per le sorti e per la stabilità della coalizione.
Altro che compattezza: l'ammucchiata rossa mostra ancora una volta evidenti spaccature. E questa volta il Partito democratico, forte del suo peso e della centralità che avverte come perno delle opposizioni, non le manda a dire nei confronti dei 5S. I taccuini restano chiusi e si preferisce restare nell'anonimato per evitare di mettere la propria firma su dichiarazioni assai forti, ma i vertici del Pd sardo - inclusi consiglieri regionali e più parlamentari - non risparmiano commenti durissimi.
Nel mirino ci sono proprio loro, i 5 Stelle, gli alleati che non hanno mai espresso il desiderio di un'alleanza organica. E dietro le quinte si consuma uno spettacolo tragicomico. Tra i dem - riferisce il Corriere della Sera - c'è chi accusa i 5 Stelle di "sciatteria" e ne fa una questione di merito: "Todde non risultava avere nemmeno un mandatario elettorale, ma ci rendiamo conto? Sono proprio mancate le basi. Che figura di ...". Il dito è puntato nei confronti della macchina organizzativa elettorale del Movimento: le presunte falle sarebbero state causate "più da una tragica inesperienza che da malafede, assolutamente non ravvisata".
Dal Pd tengono a sottolineare che il Nazareno prevede protocolli rigidissimi per le candidature, anche perché sono "gestiti da personale esperto" in grado di muoversi con abilità tra cavilli e insidie. Insomma, un modo per dire che i dem possono contare sull'esperienza a differenza del M5S. Comunque, al di là degli sfoghi, il Partito democratico sardo assicura "massimo impegno" per provare a risolvere la situazione in maniera positiva.
Todde, che fin da subito ha rappresentato il simbolo del campo largo capace di battere il centrodestra, tira dritto: ha sentito sia Giuseppe Conte sia Elly Schlein, e ha avvertito il supporto della sua forza politica e di tutte quelle della maggioranza. La sua convinzione è chiara: l'atto della commissione regionale di garanzia elettorale non può farla decadere, cosa che invece può fare solo il Consiglio regionale.
"Quindi sono nel pieno della mia legittimità e vado avanti serenamente", ha ribadito. Ma in Aula si rischia di ballare: l'irritazione del Pd avrà una portata tale da far saltare tutto? L'effetto domino è un incubo per il centrosinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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