"Siamo in guerra?". Continua la propaganda anti-Meloni di Conte

Il leader del Movimento 5stelle si scaglia contro Giorgia Meloni e critica la sua visita a Kiev: "Il Paese ha diritto di sapere se entriamo in guerra"

"Siamo in guerra?". Continua la propaganda anti-Meloni di Conte

Le reazioni politiche alla missione internazionale di Giorgia Meloni fanno emergere tutte le contraddizioni del Movimento 5stelle. Il day after la visita a Kiev, caratterizzata dall’incontro storico con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, rappresenta un buon punto di partenza per delineare le posizioni in politica estera di maggioranza e opposizione. Mentre l’esecutivo ribadisce coraggiosamente la linea atlantista a sostegno di Kiev, il Movimento 5stelle, per voce di Giuseppe Conte, prende la palla al balzo per screditare la missione di Meloni e attaccare il governo che presiede.

Conte attacca Meloni

Nella giornata di ieri, il presidente del Consiglio italiano, ha visitato i luoghi simbolo della guerra scoppiata lo sorso 24 febbraio in Ucraina. Il premier si è recato prima a Bucha e poco dopo a Irpin, due città teatro di atroci massacri, civili e militari, perpetuati da parte delle forze russe. Nulla di tutto ciò ha permesso di placare le sferzate del Movimento 5stelle e dei suoi esponenti nei confronti dell’esecutivo. Giuseppe Conte, raggiunto da Avvenire, è un fiume in piena contro Giorgia Meloni:“Cosa ha detto Meloni a Zelensky? Non lo sapremo certo attraverso le dichiarazioni pubbliche”.

Nel mirino di Conte finisce ovviamente la visita a Kiev e l’incontro con il leader ucraino, Volodymyr Zelensky: “Ha detto che l’Italia seguirà in ogni sua decisione? E con quale mandato, a nome di quale parlamento, visto che un tema di tale rilevanza sarebbe necessario un passaggio alle aule?”. Ed è qui che le contraddizioni grilline emergono: il “passaggio alle aule” c’è stato. Il via libera del Senato al decreto legge, che proroga la cessione di materiali militari all’Ucraina, è arrivato lo scorso 11 gennaio. Il decreto, giova ricordarlo, è stato approvato con 127 voti favorevoli e 28 contrari, tra cui il Movimento 5stelle.

Il pacifismo grillino

“Mi sarei aspettato – aggiunge Conte – piuttosto il tentativo di far contare la voce dell’Italia in seno all’Unione Europea per promuovere finalmente la pace”. E qui, come di consueto, emerge il solito pacifismo falso e strumentale dell’avvocato del popolo. Il tutto, con buona pace della logica e dei numeri, che danno torto marcio al leader grillino. Tra il 2018 e il 2021, i due governi guidati proprio da Giuseppe Conte, hanno aumentato le spese militari da 21 a 24,6 miliardi di euro l’anno, con un aumento del 17%.

Lo stesso leader che, poche righe più avanti, spara a palle incatenate contro l’esecutivo “guerrafondaio” guidato da Giorgia Meloni: “Fonti della Difesa assicurano sui quotidiani che l’Italia asseconderà le richieste di Kiev e fornirà droni, senza escludere missili di lunga gittata”. “Se questo è il salto di qualità – conclude Conte – il Paese ha diritto di sapere dal governo se ci apprestiamo a entrare in guerra.

In questo anno di guerra centrodestra e centrosinistra sono stati accomunati dall’ansia di calarsi l’elmetto, professando il più classico degli ‘armiamoci e partite’”. La solita politica, tipica dei grillini, attenta ai sondaggi e distratta sui principi.

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