Il Silos di Trieste probabilmente verrà sgomberato. La notizia, con tempistiche e modalità ancora da definire, arriva dalla prefettura della città. Non più di qualche settimana fa avevamo documentato le condizioni disumane in cui i migranti, centinaia, sono costretti a vivere all’interno dell’edificio fatiscente accanto alla stazione. Dopo quella "denuncia" il proprietario dell’immobile, la Coop Alleanza 3.0, a cui fa capo una catena di supermercati, ha deciso di sporgere "denuncia per invasione di edificio". Il prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, è dell'avviso che non si possa più tollerare un degrado come quello presente nel Silos. Dello stesso parere anche l’assessore regionale alla sicurezza, Pierpaolo Roberto (Lega), che fa sapere che in quello stabile si è venuta a creare una situazione a dir poco vergognosa.
La soluzione è quindi lo sgombero, sia per cercare di ridare dignità a coloro che sono costretti a vivere in quelle condizioni, ma anche per una questione di ordine e sicurezza. Come abbiamo testimoniato, infatti, il Silos non è solo la “casa provvisoria” dei migranti della rotta balcanica che, in attesa di entrare nel circuito accoglienza, non hanno altre alternative, ma un baluardo della illegalità che spacciatori e delinquenti hanno trasformato nel loro “ufficio”.
La situazione non è così banale in quanto, come sottolinea il prefetto, l’accoglienza a Trieste è satura, causa una malagestione che va avanti da anni: molti i migranti che, dopo un anno di "cammino", si ritrovano con un foglio in mano in attesa per almeno 4 mesi prima di poter anche solo presentare richiesta per un posto dove dormire. Diventano, così, dei "fantasmi" che vagano per la città, che dormono tra ratti e sporcizia, che si trovano spesso - come abbiamo visto - vittime di “capi” che li rendono ostaggio di dinamiche spesso illegali.
Il punto è ancora una volta quell’accoglienza diffusa promossa dalla sinistra che però, a parte le parole, non trova adeguate soluzioni concrete. A fare muro all’ipotesi di sgombero, in nome della legalità e della sicurezza dei cittadini di Trieste, è l’ICS, il Consorzio Italiano di Solidarietà, che bolla la proposta dello sgombero come illegittima, scaricando la responsabilità proprio sulla prefettura accusata di inadempienze. “Una pericolosa situazione di sbando istituzionale”: così il consorzio che dovrebbe tutelare i diritti umani definisce l’idea di restituire alla legalità un maxi complesso ormai lasciato a se stesso e pericoloso, sia per chi ci vive dentro che per la città.
Il punto su cui batte ICS è che, una volta sgomberato il Silos, i migranti si ritroverebbero “per strada”, affermando poi che la proposta del prefetto corrisponda ad una violazione della legge. La probelmatica in realtà esiste, ma sta a monte, e cioè nelle politiche di quella sinistra che da anni permette l’ingresso senza freni, lasciando poi che si vengano a creare hub improvvisati dove le persone vivono non solo senza tutele ma rischiando la vita. Il sistema dell’accoglienza è saturo, ed è vero - non solo a Trieste, ma in tutta Italia - e allora cosa si fa? Niente.
Lasciamo le persone arrivare in Italia, lasciamo a questi giovanissimi l’idea del “sogno americano” che si traduce poi in un’esistenza fatta di stenti, dove sia loro sono in pericolo e allo stesso tempo mettono in pericolo le città. Pur di non trovare una soluzione, pur di non perdere quelle “risorse” tanto utili alla sinistra, i paladini dei diritti umani giustificano ancora una volta situazioni di estremo degrado e delinquenza.
E cosa importa se dentro il Silos le persone si ammalano di scabbia come mosche, cosa importa se ragazzini di 18 anni dormono tra i ratti,
cosa importa se vengono minacciati dagli spacciatori, cosa importa se vengono venduti a passeur di altri paesi. L’importante è continuare ad accogliere e lasciare tutto, esattamente, com’è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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