Sinistra delle ambiguità: Grillo e Zaki straparlano. E a Bologna è un caso la freddezza di Lepore

Con la Giornata della Memoria emergono tutte le contraddizioni. E oggi va in Aula la mozione che chiede di ripristinare i fondi tagliati alla Unrwa che spalleggia gli islamisti

Sinistra delle ambiguità: Grillo e Zaki straparlano. E a Bologna è un caso la freddezza di Lepore
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Molti indizi, una prova: la sinistra, nelle sue varie declinazioni, quantomeno sottovaluta il risorgere dell’antisemitismo. E lo fa proprio a ventiquattro ore di distanza dalle commemorazioni della Giornata della Memoria, dedicate al ricordo delle vittime dell’Olocau sto.
Forse l’episodio più eclatante è accaduto a Bologna sabato, durante la celebrazione ufficiale del Giorno della Memoria in Consiglio Comunale. La denuncia arriva da Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna. Che stigmatizza la freddezza di alcuni consiglieri della maggioranza di centrosinistra e la «fuga» del sindaco dem Matteo Lepore nel corso dell’intervento di Asher Colombo, rappresentante della comunità ebraica e presidente dell’Istituto Cattaneo. «Non è passato inosservato il fatto che alcuni consiglieri di maggioranza non abbiano applaudito l’intervento di Asher Colombo durante la cerimonia solenne in consiglio comunale. E anche il fatto che il sindaco si sia alzato, in quel contesto non è passato inosservato», racconta De Paz. Il presidente della comunità ebraica bolognese parla di «un clima diverso», di «freddezza» rispetto agli anni precedenti. Lepore, vicino a Elly Schlein, ieri mattina incontra De Paz al memoriale della Shoah a Bologna, ma non parla con i giornalisti. Anche la leader del Nazareno sceglie il silenzio, tra le proteste del centrodestra. Linea identica a quella di altri esponenti del centrosinistra, come il sindaco di Milano Beppe Sala.

Marco Lisei, senatore di Fdi, definisce i fatti di Bologna come «la plastica rappresentazione di una sinistra che strizza l'occhio all'antisemitismo».
Il Pd sarà protagonista, oggi in Aula alla Camera, della discussione di una mozione sul conflitto in Medio Oriente, limata da giorni per evitare spaccature interne.

Nel testo, a prima firma Schlein, c’è l’impegno al «riconoscimento dello Stato di Palestina» da parte dell'Ue. Ma soprattutto il Pd propone di «ripristinare i contributi nell'anno in corso all'Unrwa». La stessa agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi accusata di legami con la strage di Hamas del 7 ottobre. Dopo le accuse, molti paesi occidentali, tra cui l’Italia, hanno sospeso i finanziamenti all’Unrwa.

Ma i dem sono contrari. «La mostra mozione è stata depositata prima che si aprisse l’inchiesta, perché i finanziamenti il Governo li aveva sospesi da tempo», precisa a Il Giornale Giuseppe Provenzano, deputato e responsabile Esteri del Pd. Che aggiunge: «Ben venga l’indagine per fare piena chiarezza su singoli operatori eventualmente coinvolti nell’orribile massacro del 7 ottobre. Ma riteniamo un errore bloccare i fondi all’organizzazione».

Che è un po’ lo stesso atteggiamento di Patrick Zaki, un’altra icona del progressismo. Per Zaki è «sorprendente» lo stop del governo ai fondi all’Unrwa. Nel suo post su X il ricercatore ridimensiona lo scandalo che coinvolge l’agenzia Onu e parla «della pretesa delle accuse israeliane nei confronti di 12 dipendenti dell’Unrwa su 30.000, che rappresentano lo 0,04% del personale dell'organizzazione». La parola d’ordine è delegittimare Israele. E non poteva mancare la strambata di Beppe Grillo. Il Garante del M5s diffonde un video sui social in cui propone anche «Il Giorno della dimenticanza e del perdono». «Bisognerebbe avere il coraggio di interrompere questo ciclo distruttivo.

Bisognerebbe avere il coraggio di dimenticare per poter perdonare», dice Grillo. Altro che la memoria delle vittime della Shoah. Il comico invita a «dimenticare, per poter passare alle nuove generazioni degli altri valori». Se Schlein tace, Grillo invece perde un’altra buona occasione per farlo.

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