Meloni: "Cittadinanza? Legge italiana ottima". E su Stellantis: "Difenderemo i lavoratori"

Il presidente del Consiglio ribadisce il pugno duro contro le sostanze stupefacenti: "Tutte le droghe sono dannose, non c'è un diritto a farne uso. C'è invece il dovere di agire prima che possano causare danni irreparabili"

Meloni: "Cittadinanza? Legge italiana ottima". E su Stellantis: "Difenderemo i lavoratori"
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La sinistra spinge per stendere il tappeto rosso e far sì che gli stranieri possano ottenere più facilmente la cittadinanza italiana, mentre Giorgia Meloni sbarra la strada alle smanie rosse di dimezzarne i tempi: "Penso che il termine dei 10 anni sia un termine congruo". Il presidente del Consiglio ha definito "ottima" la legge italiana sulla cittadinanza, motivo per cui ha negato la possibilità di un intervento che allenti ulteriormente le redini: "Non ne ravvedo la necessità. Poi se c'è un referendum quella è democrazia e decidono gli italiani, io ho sempre grande rispetto di quel che decidono gli italiani".

Quanto alla questione Stellantis, il capo del governo ha assicurato che il governo "farà la sua parte, come ha sempre fatto, soprattutto per aiutare i lavoratori". La rotta tracciata è quella del dialogo con l'azienda, fermo restando che l'interlocuzione deve tener conto degli interessi italiani e della difesa dei siti produttivi: "C'è un confronto che è sicuramente franco e iniziative che il governo ha portato avanti".

La lotta alle droghe

La posizione di Meloni è chiara: un netto "no" all'utilizzo delle sostanze stupefacenti, con buona pace di chi vorrebbe far passare un messaggio tutto sommato condiscendente verso quelle definite "leggere". Ma per il presidente del Consiglio non è tollerabile alcuna differenziazione, visto che ogni singola dose rappresenta una minaccia per la salute: "Ci opponiamo a ogni tipo di droga e non crederemo mai che ci sia un diritto a farne uso". Da qui un messaggio che va dritto al punto: "Le droghe distruggono la vita delle persone, tutte le droghe sono dannose".

Meloni ha così giurato battaglia alle sostanze stupefacenti, ribadendo il pugno duro in occasione del vertice della Coalizione globale contro la minaccia delle droghe sintetiche (voluto dagli Stati Uniti a margine dei lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York). E ha rivolto un appello alle istituzioni affinché promuovano ogni sforzo per contrastarne la produzione e il traffico. "C'è il dovere di agire prima che queste sostanze possano causare danni irreparabili", è l'avvertimento lanciato.

Il modello italiano contro il fentanyl

Il presidente del Consiglio ha sottolineato l'importanza di sostenere chi è impegnato in programmi di trattamento e riabilitazione. L'esempio da seguire è quello rappresentato dall'Italia, che ha adottato uno specifico Piano nazionale di prevenzione contro l'abuso deviato di fentanyl e altri oppioidi sintetici: "Abbiamo elaborato una strategia a tutto tondo, concentrandoci su specifiche linee d'azione".

Si va dall'informazione e sensibilizzazione per le categorie a rischio al rafforzamento dei controlli per impedire l'uso non medico delle sostanze, passando per il monitoraggio del web e per l'attivazione dei servizi di emergenza in caso di overdose. La prevenzione - ha sottolineato il capo del governo - "resta il nostro punto di partenza". A cui va accompagnata la necessità di fare rete, perché solamente così "possiamo unire gli sforzi e incoraggiare il flusso di informazioni per proteggere la vita dei nostri cittadini".

I sistemi di allerta sul traffico delle droghe sintetiche

Meloni ha accolto con favore la proposta del presidente americano Joe Biden, dicendosi disponibile a condividere le competenze del nostro Paese per far sì che si possa arrivare a un Piano d'azione congiunto per quanto riguarda i sistemi di allerta precoce sul traffico e il consumo di droghe sintetiche: "Non vediamo l'ora di metterci al lavoro, perché la sfida che ci attende è la più grande di tutte".

Dunque ha esortato ad assumere "un impegno multidimensionale e multilivello, consolidato nel tempo attraverso buone pratiche". Il riferimento è al Sistema nazionale di allerta precoce sulle droghe, attivato nel 2009 dal Dipartimento per le politiche anti-droga italiano e che opera con il Sistema di allerta dell'Agenzia europea per le droghe e i meccanismi messi in atto dalle singole Nazioni dell'Unione europea.

"Da un lato il Sistema identifica rapidamente fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica, legati

alla diffusione di nuove droghe e a nuovi modelli di consumo; dall'altro veicola allerte coinvolgendo strutture di tutela e promozione della salute incaricate di attivare le misure necessarie", ha affermato Meloni.

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