Stop al reddito grillino: l'Inps prepara altri 80 mila sms. E Fdi smaschera il Pd

L'Inps, a fine agosto, invierà altri 80 mila sms per comunicare la sospensione del reddito di cittadinanza. E da Fratelli d'Italia assicurano: "Bisogna tornare a una politica attiva del lavoro"

Stop al reddito grillino: l'Inps prepara altri 80 mila sms. E Fdi smaschera il Pd
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La sinistra è in attesa di un treno già partito. La riforma del reddito di cittadinanza, contestata aspramente dalla gauche nostrana, è entrata in vigore sette mesi or sono. Le novità sulla mancia grillina sono contenute nella legge di Bilancio 2023, approvata sul finire dello scorso anno e anticipata dalla campagna elettorale estiva firmata centro destra. Nessuna novità all’orizzonte. Dopo i 160 mila sms di luglio, appositamente inviati per comunicare la sospensione del reddito grillino, l’Inps invierà, a fine agosto, altri 80 mila messaggi ad altrettanti nuclei familiari.

La riforma, entrando nel dettaglio, è ancora più ampia. La norma, inserita di peso nella legge di Bilancio dell’anno scorso, stabiliva che a partire dal 1° agosto 2023, continuassero a percepire il reddito di cittadinanza soltanto i nuclei familiari con un disabile, un minore o almeno un componente over 60. Le altre famiglie, se non già prese in carico dai servizi sociali e inserite in percorsi di formazione, saranno raggiunte da un messaggio dall’Inps.

Dopo i 160 mila sms inviati nei giorni scorsi, a fine agosto, altri 80 mila messaggi arriveranno ai nuclei familiari definiti “occupabili”. Con qualche piccola novità. La comunicazione dell’Istituto, viste le ultime proteste, specificherà ai destinatari i possibili percorsi per recuperare il sostegno economico con due casi ben precisi: o con l’avvio della formazione nei Centri per l’impiego o con l’aiuto dei comuni di residenza. La strada è ormai tracciata: i beneficiari del reddito sospesi, ma non attivabili al lavoro, dovrebbero ricevere una comunicazione di presa in carico da parte dei Servizi sociali dei rispettivi Comuni. Per loro, dunque, il reddito continuerà ad essere erogato fino alla fine dell’anno, quando sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione. Una via, quella intrapresa dal centrodestra, senza strappi e all’insegna della gradualità.

Una riforma che, ovviamente, convince i principali esponenti dell’esecutivo Meloni. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, è soddisfatto del carattere anti-assistenzialista della norma.“Il Rdc – sostiene Foti al Corriere della Sera – è costato 30 miliardi in cinque anni senza raggiungere lo scopo di accompagnamento al lavoro”. Venuto meno il traguardo minimo dell’assegno grillino, le modifiche erano d’obbligo. “L’intervento - assicura il capogruppo meloniano – non è per recuperare soldi. Ma per tornare a una politica attiva del lavoro”.

Un nodo centrale spesso dimenticato, più o meno volontariamente, dalle opposizioni: “Il Pd – ricorda giustamente Foti – era il più estremo oppositore del Rdc che, diceva, confonde le politiche attive sul lavoro con la povertà”. Tutta un’altra epoca. Ora i dem, capitanati da Elly Schelin, rincorrono le urla del Movimento 5stelle e dell’ex avvocato de popolo, Giuseppe Conte.

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