"Disastro sociale". L'ennesimo attacco (infondato) di Conte al governo

Il leader del Movimento Cinque Stelle continua a soffiare sul fuoco delle proteste delle famiglie che sono rimaste senza il sussidio, ma dimentica diversi dettagli sulla bandiera grillina per eccellenza

"Disastro sociale". L'ennesimo attacco (infondato) di Conte al governo
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Giuseppe Conte non si smentisce e - ancora a distanza di giorni - continua a soffiare sul fuoco della protesta contro la cancellazione del reddito di cittadinanza. L'intervista che il leader del Movimento Cinque Stelle ha rilasciato a Repubblica è infatti infarcita di attacchi al governo, bugie, luoghi comuni e anche clamorose capriole riguardanti la politica internazionale. L'ex presidente del Consiglio non si preoccupa di fomentare ulteriormente la rabbia dei percettori che si sono visti ricevere l'sms dell'Inps qualche giorno fa e si scaglia senza freni direttamente contro la scelta di Giorgia Meloni sul rdc: "È una guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli, un disastro sociale annunciato, una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani".

La balla di Conte sulla "promessa" del governo

Conte fa finta di dimenticarsi come il vero "disastro" sia stato caratterizzato dall'introduzione del reddito di cittadinanza stesso (con tutte le sue clamorose storture) e che il centrodestra è da oramai un anno che ha annunciato l'addio al sussidio introdotto nel nostro Paese nel 2019. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia lo hanno sempre coerentemente sostenuto durante tutta la campagna elettorale in vista delle Politiche dello scorso settembre e il varo dell'ultima manovra finanziaria aveva previsto l'eliminazione del reddito proprio a partire dal mese di agosto. Tuttavia Giuseppi ora si "sorprende" per questo timing e aggiunge anche una piccola menzogna sul fatto che l'esecutivo si sia "dovuto rimangiare la promessa di cancellarlo del tutto": in realtà nel programma ufficiale del centrodestra si parlava espressamente di misure alternative al rdc efficaci in termini "di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro".

Reddito, salario minimo, Via della Seta: le cadute di Giuseppi

Giuseppi, tanto per dire introdurre un elemento completamente nuovo nella dialettica politica dal dopoguerra a oggi, prevede un evento inedito mai declamato prima da nessuno: l'autunno caldo. "Il governo non sarà in grado di offrire alternative alla disperazione delle 160mila famiglie" che sono rimaste sprovviste del reddito di cittadinanza, è la sua sentenza preventiva. Naturalmente è tutta colpa del governo anche per quello che riguarda la mancata approvazione del salario minimo.

Ma chi è che era stato il responsabile del governo dal 2018 al 2021 senza che questa norma venisse anche solamente discussa in Parlamento? Il capo politico del M5s, da questo punto di vista, tenta di giustificarsi in qualche modo: "Avremmo potuto approvarlo nel 2019, ma il processo ha richiesto tempo e abbiamo dovuto coinvolgere anche Cgil e Uil, rassicurando i sindacati che la contrattazione collettiva ne uscirà rafforzata". Una dichiarazione - quella sulla contrattazione collettiva che potrebbe tendere al ribasso - che conferma i dubbi che la stessa Giorgia Meloni ha sollevato in una recente intervista a SkyTg24 di ritorno dal suo viaggio negli Usa.

Infine, la "perla" sui rapporti geopolitici: "Sulla Via della Seta, la premier non sia succube degli Stati Uniti". Detto da uno che, poco prima di essere riconfermato a Palazzo Chigi per il suo Conte 2 aveva ricevuto l'endorsement di Donald Trump direttamente su Twitter, è già abbastanza esilarante di sé.

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