"Il suo nome usato come pretesto per la violenza". L'ira della famiglia di Ramy contro i vandali

I genitori del ragazzo condannano gli scontri in piazza: "Fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine. Ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio"

"Il suo nome usato come pretesto per la violenza". L'ira della famiglia di Ramy contro i vandali
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Mentre i facinorosi si scagliano contro le forze dell'ordine e una certa sinistra balbetta di fronte agli episodi di violenza, la famiglia di Ramy Elgaml esce allo scoperto e denuncia chi si riempie la bocca in nome della giustizia per il ragazzo come pretesto per scatenare tafferugli in piazza. Una presa di posizione che arriva in seguito agli scontri di ieri, quando a Roma e a Bologna si sono registrati momenti di altissima tensione tra i manifestanti e i poliziotti.

La famiglia di Rami ha deciso di esprimere con "chiarezza e fermezza" la propria linea, visto che il dibattito politico si è infiammato in seguito alla morte del 19enne. La scomparsa del giovane ovviamente ha provocato "un dolore immenso e insopportabile" per i suoi cari, che però ora chiedono che la giustizia faccia il suo corso "senza strumentalizzazioni". E per questo si sono detti "profondamente turbati" di fronte al fatto che "il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza".

Nel comunicato diffuso in giornata, la famiglia del ragazzo - caduto dal motorino nel corso di un inseguimento da parte di un'auto dei carabinieri a Milano - ha condannato "fermamente ogni forma di violenza e vandalismo" che nelle scorse ore si è registrata nei confronti degli uomini in divisa. E ha ribadito che la sua figura non può essere strumentalizzata "per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine".

I familiari del 19enne hanno chiesto a tutti di rispettare il proprio dolore e di percorrere insieme il percorso verso la giustizia purché sia "senza odio, senza violenza e senza divisioni". Questo perché - hanno aggiunto - il ricordo di Ramy deve essere visto come un simbolo di unità e non di spaccatura. Da qui l'appello rivolto a chi decide di onorarne la memoria: "Fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco". E non è mancata anche un'altra stoccata: "Ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio".

Il sindacato di polizia Coisp ha fatto sapere che in totale sono 18 i poliziotti feriti tra Roma e Bologna.

Nella Capitale un agente ha riportato una lacerazione al labbro a causa delle schegge di una bomba carta, mentre nel capoluogo emiliano un suo collega ha perso un dente dopo essere stato colpito al volto con un tavolino lanciato dai manifestanti. Le violenze sono da condannare non solo perché mettono a rischio l'incolumità delle forze dell'ordine, ma anche perché sono una vera e propria sfida alle istituzioni democratiche dell'Italia. E tutto ciò è intollerabile.

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