"Non so l'italiano". Zaki si discolpa per aver definito gli israeliani "specie demoniaca"

Senza rivelare quale fosse la parola che è stata tradotta in modo errato, Patrick Zaki si è riparato dietro il paravento della scarsa conoscenza dell'italiano per il tweet delle polemiche contro Israele

"Non so l'italiano". Zaki si discolpa per aver definito gli israeliani "specie demoniaca"
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"Che Dio maledica la loro specie demoniaca", diceva Patrick Zaki alcuni giorni fa commentando un'immagine controversa, sulla quale sono ancora in corso indagini di veridicità, dove si vede "una bambina palestinese bruciata viva dopo un attacco aereo israeliano su un edificio che ospita civili sfollati". Le sue parole, che non sono le prime cariche d'odio nei confronti di Israele, non sono sicuramente passate inosservate e solo dopo molte ore il ricercatore, che si fregia del titolo di "difensore dei diritti umani" nella sua biografia social, ha fatto un passo indietro, scaricando le responsabilità su sedicenti "collaboratori".

Dopo le polemiche, infatti, con un lungo post su X Zaki ha spiegato che "l'italiano non è la mia lingua madre, tutto ciò che pubblico è rivisto dai miei collaboratori, ma a volte il significato voluto si perde nella traduzione. Ho usato parole che non intendevo usare, e tutti conoscono la mia posizione". Quindi il concetto che voleva esprimere è esattamente quello ma nella traduzione qualcuno ha sbagliato e prima della pubblicazione nessuno si è accorto di quella locuzione così violenta? "È chiaro che condanno chi ha commesso quel crimine, ma in nessun modo volevo insultare o criminalizzare un intero gruppo etnico. Sono consapevole che l'italiano non è la mia prima lingua e sto facendo del mio meglio per impararlo", ha poi ribadito.

Una deresponsabilizzazione in piena regola da parte del paladino delle sinistre italiane, che mette le mani avanti affermando che "nel tweet intendevo condannare chi ha commesso/è responsabile di quel crimine, ma ho usato la parola sbagliata per descrivere il responsabile. La generalizzazione non è e non sarà mai un'opzione nel mio dizionario". Tuttavia, nel suo lungo intervento non ha spiegato qual è la parola che avrebbe voluto utilizzare, o la locuzione, al posto di "specie demoniaca". Si è limitato a dire che è stata sbagliata la traduzione. E allora perché non mettere l'intervento in lingua originale dal quale è stata tratta quella locuzione, così qualcuno gli avrebbe potuto dare una versione diversa, se esiste.

Il post di Zaki appare solo come un estremo tentativo di mettere una pezza un po' stiracchiata su un enorme buco.

Tra gli interventi più duri contro il suo intervento precedente c'è quello del vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi, il quale sostiene che "solo Joseph Goebbels, il ministro della propaganda della Germania di Hitler usava termini uguali a quelli di Zaki contro Israele e non so nemmeno sicuro che usasse termini così duri".

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