L’eterna lotta fratricida interna al Movimento 5stelle continua a scuotere la politica italiana. Nati come un movimento spontaneo ed estraneo alle modalità tradizionali della prima e seconda repubblica, i 5stelle si ritrovano nella situazione politica per eccellenza: divisi tra correnti interne, in mezzo a lotte intestine tra aspiranti capi e vecchi fondatori e, come se non bastasse, alle prese con una lenta ma costante perdita di elettori. Così, dopo il lungo post di accusa firmato Beppe Grillo, pubblicato ieri sul suo blog personale, ecco che arriva la contro risposta dell’ex premier Giuseppe Conte.
Il leader del Movimento pentastellato, ripreso da La Stampa, oltre ad essere rimasto “sorpreso” per la “logica settaria” del fondatore, ci ha tenuto a rispondere nel merito delle questioni sollevate da Grillo. “Se Beppe vorrà fare ricorso – avrebbe detto ai suoi fedelissimi – andremo davanti a un giudice e perderà”. Insomma, la sfida è lanciata: prima l’appuntamento – tutt’altro che amichevole – in tribunale e poi, a stretto giro, la netta convinzione di vincere su tutte le questioni legali avanzate dal comico ligure.
E di cavilli giuridici, a ben vedere, Grillo ne ha esposti molti. In primis sulle regole definite “intoccabili” del partito: “Per questo – ha scritto il fondatore sul suo profilo social - quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni”. Il riferimento, in particolare, è alla regola del doppio mandato ma non solo: “Secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a) numero 2, - ha concluso ieri Grillo - ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati”.
Delle parole che sanno di ultimatum e che, oltre ad aver stuzzicato la risposta dell’ex avvocato del popolo, hanno scatenato le reazione dei contiani più agguerriti. Tra questi ovviamente c’è il fedelissimo vicepresidente del M5S, Michele Gubitosa. Intervistato da Adkronos Gubitosa non ha perso occasione per attaccare il fondatore: "Beppe parla da padre-padrone, ma non può fermare le votazioni su simbolo e doppio mandato. Il logo del Movimento appartiene all'Associazione presieduta da Conte". E ancora: “Ha mai pensato di mettersi in discussione, lui che parla di mandati ed è l'unico che si è garantito un ruolo a vita?". Tra i difensori dell’avvocato c’è anche Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera.
"Conte ha in mente una fase che preveda la partecipazione massima: vuole una novità radicale anche per evitare errori che ci hanno condizionato come l'adesione al governo Draghi. La leadership di Conte è salda”, spiega intervistato dal Corriere della Sera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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