Teheran - Poliziotti e miliziani basiji sono entrati in azione per disperdere la manifestazione pro-Moussavi che rischiava di "guastare" la cerimonia per il giuramento di Mahmoud Ahmadinejad. Una decina di persone è stata fermata tra la folla che sfilava lungo le strade della capitale verso il parlamento. Caricati su un furgone senza insegne, probabilmente un veicolo-civetta della polizia, sono stati portati via. Le forze di sicurezza hanno anche ordinato la chiusura di tutti i negozi della zona per impedire che i manifestanti vi trovino riparo.
Il giuramento "Io, come presidente della Repubblica islamica di Iran, giuro al cospetto del sacro Corano e alla nazione iraniana e a Dio di essere il guardiano della religione ufficiale, della Repubblica islamica e della Costituzione", ha detto Ahmadinehad nella formula di giuramento davanti al parlamento. Nel suo discorso Ahmadinejad ha poi detto che la (contestata) elezione parlamentare del 12 giugno ha segnato l'inizio di "cambiamenti importanti in Iran e nel mondo. L'Iran continuerà a resistere contro le potenze oppressore".
Niente congratulazioni Il presidente ha detto anche che l'Iran non aspetta le congratulazioni dei messaggi di congratulazioni dei leader occidentali. "Abbiamo udito che alcuni leader dell'Occidente hanno deciso di riconoscere il nuovo governo ma di non congratularsi con esso...Beh, nessuno in Iran sta aspettando i vostri messaggi", ha detto Ahmadinejad nel discorso seguito al giuramento davanti al parlamento per il suo secondo mandato.
Due giornalisti arrestati Sono vicini all’opposizione iraniana i due giornalisti arrestati: lo scrive il quotidiano riformista Sarmayeh. Tra loro anche Mir Hamid Hassanzadeh, responsabile durante la campagna lettorale di Ghalamnews, sito ufficiale del candidato dell’opposizione Mir Hossein Musavi. L’altro arrestato è Reza Nourbakhsh, capo redattore del quotidiano Farhikhtegan, giornale dell’univeristà libera islamica che si era schierato sempre a favore di Mousavi alle presidenziali.
Pena di morte: 24
impiccati Ventiquattro persone definite come "trafficanti di droga" sono state giustiziate nella prigione Rajai-Shahr di Karaj, località a 50 chilometri a ovest della capitale Teheran. I 24 sono stati impiccati.
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