Teheran - Resta alta la tensione in Ian, dopo le minacce del grande ayatollah Khamenei rivolta all'opposizione che il regime annuncia di voler "eliminare". Diverse persone sono state arrestate per aver dato fuoco all’effigie dell’ex ayatollah iraniano Ruhollah Khomeini durante le proteste della settimana scorsa contro il governo della Repubblica Islamica. Lo ha affermato un pubblico ministero di Teheran. Gli arresti sono stati annunciati il giorno dopo le parole del leader supremo iraniano, l’ayatollah Alì Khamenei, che ha minacciato l’opposizione riformista, rea di violare la legge insultando la memoria di Khomeini. "Le persone che si sono rese protagoniste di questo gesto sono state tutte identificate", ha detto Abbas Jafari Dolatabadai, pubblico ministero di Teheran, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Isna. Jafari Dolatabadai ha confermato che gli arresti sono già avvenuti, pur senza fornire un numero preciso. "Sono stati tutti arrestati, e uno di loro ha confessato", ha aggiunto il pubblico ministero. Jafari Dolatabadai, riporta l’agenzia Isna, ha anche spiegato che "non ci sarà alcuna pietà per coloro che hanno insultato il padre della rivoluzione". Khomeini è stato leader della rivoluzione islamica del 1979, ed è tutt’ora riverito in Iran. L’ex ayatollah è morto dieci anni dopo, nel 1989.
Mottaki: "Tre americani a processo" E "saranno processati" i tre escursionisti americani arrestati lo scorso 31 luglio per aver sconfinato senza autorizzazione nella Repubblica Islamica. Ad annunciato è stato il ministro degli Esteri di Teheran, Manouchehr Mottaki. I tre "sono entrati in Iran con obiettivi sospetti. La magistratura ora li processerà ed emetterà le sentenze a riguardo", ha affermato Mottaki. Shane Bauer, Sarah Shourd e Josh Fattal sono stati arrestati con l’accusa di aver attraversato illegalmente il confine dell’Iran. Il governo americano ha più volte sottolineato che i tre sono escursionisti che stavano facendo trekking nella regione del Kurdistan iracheno e che erroneamente hanno attraversato il confine iraniano. Teheran, tuttavia, sospetta che siano invece delle spie, tanto che il mese scorso il procuratore di Teheran, Abbas Jafari-Dolatabadi, li ha accusato formalmente di spionaggio.
La Clinton: liberateli Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha chiesto l’immediata liberazione dei tre escursionisti: le accuse nei confronti di tre «sono totalmente infondate».
Moussavi annuncia nuove proteste Intanto uno dei principali oppositori del regime, Mir Hossein Moussavi annuncia nuove proteste, nonostante l’ultimatum di Khamenei. "Il popolo ha diritto a a porre domande e ci si deve confrontare con esso senza violenze", ha affermato il capo del movimento Verde che da giugno contesta l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica islamica. Negli ultimi giorni si erano diffuse voci su un prossimo arresto di Moussavi e dell’altro ex candidato presidenziale Mehdi Karroubi, chiesto dall’ala dura del regime. Moussavi ha annunciato, secondo il sito Rahesabz.net, proteste "pacifiche e legali" in modo da "non fornire pretesti a coloro che vanno contro il popolo".
Studenti in corteo all'università Migliaia di studenti hanno dato vita a una manifestazione antigovernativa all’università di Teheran, uno dei centri dell’opposizione riformista. Lo hanno riferito testimoni oculari, citati dall’agenzia d’informazione "Cyrus". Nel corso della manifestazione gli studenti hanno contestato la presenza delle forze di sicurezza nell’università e hanno intimato ai "basij" di non infiltrarsi nei movimenti riformisti per sabotarne le attività. Gli universitari hanno quindi lanciato solgan a favore della democrazia. Alla manifestazione erano presenti anche attivisti per i diritti umani. Da ieri la presenza dei paramilitari fedeli al governo è massiccia nelle strade che circondano l’università. Uomini in uniforme, riferiscono blogger iraniani, sono ben visibili intorno all’edificio.
Economista critico punito: 9 anni e 74 frustate Said Leylaz, un economista che negli
ultimi anni ha duramente criticato la politica del presidente Mahmud Ahmadinejad, è stato condannato a 9 anni di reclusione e 74 frustate dopo essere stato arrestato in seguito alle proteste post-elettorali l’estate scorsa.
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