Iran tensione alta nel Golfo: Teheran testa a Hormuz un missile a lungo raggio

Dopo le provocazioni di ieri, nuovi test iraniani. Tensione altissima tra il Paese e Usa. Gli Emirati arabi avvisano Obama: "Altre sanzioni avranno effetti sull'economia mondiale". Guarda il video

Iran tensione alta nel Golfo: Teheran testa a Hormuz un missile a lungo raggio

Dopo le provocazioni di ieri, quando Teheran ha testato un missile a medio raggio e la prima barra nucleare prodotta nel Paese, l'Iran continua a sfidare l'Occidente. L'esercito ha infatti lanciato un altro missile, questa volta a lungo raggio. Il test è stato annunciato dall'ammiraglio Mahmoud Mousavi.

Le forze armate hanno usato un missile Ghader, derivato dal C-802 cinese, che ha una gittata di 200 chilometri. La versione testata è però migliore nell'elusione dei sistemi radar, rispetto a quello provato nei giorni scorsi nello Stretto di Hormuz, il Qader. Secondo l'agenzia Irna il missile ha "colpito con successo il bersaglio assegnatogli" ed è capace di distruggere navi da guerra nemiche.

Sono dieci giorni che le forze armate si esercitano nello Stretto, punto strategico per il transito del petrolio prodotto nel Golfo. La tensione Usa-Iran rimane altissima: gli Stati uniti, contrari al programma nucleare iraniano, minacciano di inasprire le sanzioni contro le esportazioni di greggio, mentre Teheran promette di chiudere questo braccio di mare.

L'imposizione di nuove misure da parte dell'Occidente, del resto, non piace nemmeno agli Emirati arabi secondo cui avrebbero ripercussioni solo in minima parte sull'economia iraniana, mentre metterebbero in difficolta quella mondiale. Il Centro di studi strategici e ricerca del Paese avvisa: "Come è noto, le sanzioni precedenti non hanno evitato, nè ridotto in modo significativo, le esportazioni di petrolio iraniano ed è improbabile che nuove sanzioni possano ottenere questo risultato.

Tuttavia è probabile che queste sanzioni, come è stato in passato, aumenteranno le speculazioni sui mercati petroliferi, soprattutto per le ripetute minacce dell’Iran di chiudere lo Stretto di Hormuz". Secondo lo studio, "tali minacce producono timori nei mercati globali anche per l’aumento dei prezzi del petrolio"

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