I rapporti americani che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti a Nassirya e la morte accidentale di un paracadutista in Irak sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Bagdad. Ci sono incongruenze fra la versione italiana e americana, come capita spesso nei passaggi dai vari comandi, in seguito chiarite da inchieste o processi della magistratura militare.
Ieri è rispuntata la tragica vicenda di un’ambulanza colpita dai nostri soldati nella notte fra il 5 e 6 agosto 2004. I miliziani sciiti stavano dando battaglia sui tre ponti sull’Eufrate a Nassirya. Il rapporto «segreto» americano reso noto da Wikileaks sostiene che «alle ore 03.25 un automezzo che transitava sul ponte orientale di Nassirya non si è fermato al check point italiano e veniva conseguentemente ingaggiato (colpito) con armi leggere. Quindi si è prodotta una grande esplosione, seguita da una seconda da cui si è valutato che il veicolo avesse dell’esplosivo».
Secondo fonti militari che hanno operato in Irak, il documento deriva dal primo rapporto inviato dagli italiani subito dopo il fatto. Ogni sera i militari compilavano il cosiddetto Sitrep (Situation report) sui fatti della giornata, che era inviato in versione inglese al comando di divisione a Bassora. Poi proseguiva fino al quartier generale americano di Bagdad.
Tre giorni dopo il tragico incidente il colonnello Emilio Motolese, comandante della task force Serenissima, compilava una relazione sulla battaglia durata due giorni: «Alle ore 3.25 il Complesso minore su base 2ª Compagnia, disposto in prossimità del ponte Charlie, veniva attivato da colpi provenienti da un mezzo civile che transitava lungo il ponte verso le sue posizioni. All’alt intimato dai militari, accompagnato da colpi di avvertimento, il mezzo non si fermava e il dispositivo rispondeva prontamente alla minaccia aprendo il fuoco con armi di Reparto causando l’esplosione del mezzo, il quale verosimilmente conteneva esplosivo». Quasi uguale al rapporto americano aggiunge il particolare dei colpi che sarebbero arrivati dal mezzo sospetto. In realtà era un’ambulanza e gli allarmi di quelle ore parlavano di veicoli di soccorso minati che i miliziani volevano lanciare contro le postazioni italiane. Purtroppo dentro quell’ambulanza c’erano solo civili. Quattro rimasero uccisi, compresa una donna incinta. I due lagunari coinvolti sono stati processati e assolti perché «hanno agito in stato di necessità militare».
La seconda rivelazione di Wikileaks riguarda la fine accidentale del sergente dei paracadutisti Salvatore Marracino. Il 15 marzo 2005 «alle ore 13, un (militare italiano) stava prendendo parte a un’esercitazione di tiro a Nassiriya. È stato accidentalmente colpito (...) trasferito all’ospedale in Camp (Mittica) e classificato come incidente. (...)». Anche questo assomiglia da vicino ai Sitrep italiani e pur sostenendo che il parà era «stato colpito» si chiude con la classificazione di incidente e non di fuoco amico.
I suoi commilitoni nel 185° Reggimento raccontano al Giornale che «l’arma di reparto si era inceppata e ha usato la pianta del piede per sbloccare l’otturatore. La mitragliatrice si è girata ed è partito il colpo che l’ha preso in testa». Il procuratore capo del tribunale militare di Roma, Marco De Paolis, «non vede la possibilità di riaprire nuove indagini».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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