Julia Roberts, l'amore sempre al primo posto

L'attrice è tornata a Roma per «Mangia prega ama», il film che ha girato anche qui (e a Napoli), oltre che in India e a Bali

Ha quasi 43 anni, il sorriso che la lanciò definitivamente nel '90 in Pretty Woman continua ad illuminarle il volto, ha fatto tre figli e si è concessa molte pause da quando era l'attrice americana più pagata. Oggi Julia Roberts è tornata a Roma per Mangia prega ama, il film che ha girato anche qui (e a Napoli), oltre che in India e a Bali come richiedeva la storia di Elizabeth Gilbert, la donna che ha messo per iscritto, vendendo oltre 8 milioni di copie (in Italia Rizzoli), il suo peregrinare fuori dall'America alla ricerca di se stessa e di una vita diversa. Javier Bardem, il sexy attore spagnolo che si è sposato quest'estate con Pe, Penelope Cruz, e prossimo papà («è vero, sono molto contento, non fatemi dire altro», ha detto per ribadire la privacy con cui da sempre difende la sua storia d'amore dai media internazionali), definisce la Roberts «un pagliaccio, una che sul set è concentrata ma sa anche scherzare e questo per me è fondamentale». La storia di Liz invece la Julia Roberts l'ha presa sul serio: «È una donna insoddisfatta come tante, ma non perchè ha una vita da schifo o un marito cattivo, semplicemente sente che non vuole essere in quel momento quella persona. E io questo lo posso capire. Sono orgogliosa - dice l'attrice che stasera nell'anteprima europea avrà al The Space Moderno di Roma un red carpet in tema con il film, tra pastasciutta e incenso indiano, hostess in sari e un fachiro ad accogliere gli ospiti - delle mie scelte, della pausa di due anni che mi sono data tra i 20 e i 30 anni quando pure ero subissata di proposte, ma erano cose nelle quali non mi riconoscevo. Poter dedicare tanto tempo per ritrovare se stessi non credo sia una questione di egoismo: se non nutri la tua anima abbastanza, quello che offri agli altri non è il meglio di te e io sono assolutamente d'accordo». In quale ordine metterebbe le parole del titolo del film e del libro? «Penso che alla fine siano tutte riconducibili ad un'unica cosa, l'amore, viene sempre prima di tutto», risponde la Roberts, tacchi alti stringati, fuseaux neri e camicia lunga pitonata grigia, che in Mangia prega ama è una biondissima «falsa magra» (come le dice Bardem mentre si tuffano insieme a Bali). Oggi invece è assai meno solare, tranne quando racconta «la bellezza di svegliarsi qui mentre giravamo» e ricorda «le scene con Luca Argentero e gli altri del cast italiano, tutte in cucina attorno a grandi tavolate». Il film, distribuito da Sony da domani in 300 copie, è in due ore e venti una serie di imbarazzanti clichè sull'Italia e sulle mete esotiche asiatiche, sulla ricerca di Dio, sul cibo e l'amore, flagellato da un doppiaggio italiano che fa parlare Bardem, nel film un sentimentalissimo brasiliano padre divorziato, in assurdo genovese, tanto per dirne una. «Vi capisco, io sono americana del sud, una sudista e noi da sempre siamo oggetti di stereotipi. Ma tutto quello che abbiamo fatto nel film è per affetto». Considera Il Rapporto Pelican di Alan j.

Pakula il suo film «della svolta» quello che le ha fatto tornare la voglia di lavorare e ora l'attrice, premio Oscar per Erin Brockovich, continua a preferire le commedie: «Ne ho appena finita una, con Tom Hanks, s'intitola Larry Crowne, molto divertente».

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