L'Aja - Si è presentato come il difensore del popolo serbo di Bosnia che si è battuto "per una causa giusta e sacra". E come il difensore della "grandiosità di una piccola nazione in Bosnia-Erzegovina che ha dovuto soffrire per 500 anni". Queste le parole pronunciate, questa mattina, dall’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic al suo arrivo al Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia. E' ripreso il processo in cui lo vede accusato di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Karadzic, 64 anni, per la prima volta davanti ai giudici del Tpi, presenterà oggi le grandi linee della sua difesa contro la pesante accusa di "pulizia etnica" durante la guerra di Bosnia.
L'artigiano della pulizia etnica Dopo la dichiarazione di indipendenza di Slovenia e Croazia nel 1991, è la volta della Bosnia allora guidata formalmente dal presidente e leader musulmano, Alija Izetbegovic. È a questo punto che si tuffa nel conflitto atroce tra musulmani e serbi, contrari quest’ultimi alla secessione della Bosnia. Karadzic, insieme al suo braccio armato, l’ex generale Ratko Mladic, a oggi latitante, mette a punto il disegno della Grande Serbia, di concerto con il dittatore serbo, Slobodan Milosevic. L’obiettivo è quello di riannettere a Belgrado tutta la popolazione e i territori serbi in Croazia e Bosnia. Con questo disegno, secondo le accuse del Tpi, Karadzic e Mladic attuano una vera e propria strategia di pulizia etnica della popolazione non serba, durante il conflitto che tra il 1992 e 1995 ha provocato complessivamente più di 100mila morti. Oltre che del genocidio di Srebrenica, Karadzic deve rispondere di fronte alla Giustizia internazionale anche dell’assedio di Sarajevo, perpetrato durante tutti i 43 mesi di durata della guerra.
La fine della guerra e la latitanza Questa finirà con la sigla degli Accordi di pace di Dayton, nel 1995, che riconoscono dignità statuale alla Repubblica Srpska fondata da Karadzic, contrapposta all’interno della Bosnia alla Federazione croato-musulmana. Un "successo" che Karadzic non si godrà mai, spinto dallo stesso Milosevic a abbandonare la vita pubblica. Inizia così la latitanza ultra decennale dell’ex presidente serbo-bosniaco, considerato tutt’oggi un eroe da molti serbi e un mostro dai musulmani e dai croati.
Al suo arresto, nel luglio 2008, il mondo resterà sgomento scoprendo che uno degli uomini più ricercati del pianeta, risiedeva da anni a Belgrado, dove viveva e lavorava indisturbato sotto le false sembianze del Dr. Dragan Dabic, una specie di "guru" della medicina alternativa, nascosto solo da lunga barba e capelli bianchi, occhiali scuri e berretto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.