Trento - Un uomo, una donna, un gatto, due pesci e un piccolo coccodrillo: sono mummie che verranno esposte al castello del Buonconsiglio di Trento per la mostra Egitto mai visto, dal 30 maggio all'8 novembre, che porta in anteprima mondiale due collezioni mai viste prima. La raccolta più ricca viene dai depositi del Museo Egizio di Torino, il più importante dopo quello del Cairo, e proprio da Torino vengono le due mummie umane, della fine del Primo Periodo Intermedio (2100 a.C.-1900 a.C.), rinvenute nei primi del Novecento negli scavi condotti dall'archeologo Ernesto Schiaparelli ad Assiut e Gebelein. In buono stato di conservazione, sono state sottoposte ad analisi e pulizia per la mostra. Sono una mummia maschile racchiusa in un tronco, con nel sarcofago un bastone, simbolo di prestigio, e la mummia di Neb-em-Khis, moglie di uno dei capi di provincia, figure militari forti quando il potere centrale faraonico entrò in crisi. Nel sarcofago c'erano uno specchio, un poggiatesta e una cassettina per i trucchi, che saranno esposti. A Schiaparelli, celebre per la sensazionale scoperta della tomba di Kha, l'architetto del faraone Amenofi III, si devono i diari di scavo, le lettere e la documentazione fotografica attraverso cui si potrà rivivere l'emozione delle ricerche, effettuate fra il 1908 e il 1920. Per la prima volta inoltre saranno disponibili per il pubblico circa quaranta pareti di sarcofago, con geroglifici incisi e dipinti, e dieci stele recentemente restaurate, che sveleranno i segreti di questa scrittura e permetteranno di riconoscere credenze religiose e divinità. La mostra riveste tra l'altro una notevole importanza sotto il profilo scientifico, poiché affronta per la prima volta lo studio completo dei materiali ritrovati dalla missione archeologica italiana, permettendo una ricostruzione filologica dei contesti funerari finora sconosciuti al grande pubblico. Accanto a questa raccolta, verrà presentata la curiosa sezione egizia del Castello del Buonconsiglio, costituita da oggetti mai visti prima d'ora, acquisiti nella prima metà dell'Ottocento dal trentino Taddeo Tonelli, ufficiale dell'Impero Austro Ungarico e conservati finora nei depositi del museo. Rispecchia l'egittomania dell'epoca in Europa e il gusto collezionistico, che spinse nomi eccellenti dell'aristocrazia, rapiti dal fascino delle civiltà del Nilo, ad assoldare scienziati, esploratori e avventurieri, predatori di antichità per arricchire i loro musei privati. Ci sono dunque soprattutto oggetti stravaganti: centinaia di amuleti, fra i quali soprattutto scarabei del cuore, simbolo di vita eterna, e monili in paste vitree colorate.
La mostra è curata dalle egittologhe Elvira D'Amicone e Giovanna Gotti per l'Egizio di Torino e da Sabina Malgora per il Buonconsiglio. L'allestimento è dell'architetto Michelangelo Lupo e le installazioni scenografiche di Gigi Giovanazzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.