L’ultima verità sulla morte di Sara: «È stata Sabrina»

Non finisce mai. Nemmeno quando non sembra esserci più niente da dire. Michele Misseri, reo confesso dell'uccisione della nipote Sarah Scazzi, ha un'altra storia da raccontare, la sesta o forse la settima, e pare sia la più choccante di tutte come se non lo fossero state già quelle precedenti, frutto di verità o di fantasia che fossero. Lo hanno messo sotto torchio di nuovo ieri sera per sette ore, magistrati e investigatori, nel carcere di Taranto, ed è stato lui stesso a chiedere di essere sentito. Ha deciso di parlare dopo aver sentito il suo legale, scortato dalla consulente criminologa Roberta Bruzzone, che in serata, intercettata dai microfoni di «Quarto Grado» ha annunciato che ne sentiremo delle belle ma non subito.

Ci si può aspettare rivelazioni clamorose dall'interrogatorio di Michele Misseri?, gli hanno chiesto. «Sì» ha risposto l'avvocato Daniele Galoppa, collegato telefonicamente spiegando però di non potere dire altro, «perché così siamo rimasti d'accordo con gli inquirenti». «Saprete tutto la prossima settimana», ha aggiunto il difensore, spiegando poi che Michele Misseri «sta benissimo» e «intende andare fino in fondo».

Ma qualcosa trapela lo stesso. Secondo indiscrezioni, Michele Misseri avrebbe addossato la responsabilità dell'omicidio alla figlia Sabrina. Il proprio ruolo nella vicenda sarebbe limitato alla fase dell'occultamento del cadavere. Come del resto gli investigatori avevano sempre sospettato. Non si sa per ora se Michele Misseri abbia tirato in ballo altre persone, ma pare che non sia così. Avrebbe d'altro canto detto di non aver stuprato il corpo della piccola Sarah già morta, cosa che invece aveva confessato nei primi interrogatori. Resta da chiarire se sia stato confermato che il delitto è stato commesso nel garage di casa Misseri. La violenza sul corpo di Sarah negli esami compiuti dal medico legale incaricato dalla Procura, Luigi Strada, non era stata accertata a causa delle condizioni del corpo rimasto in acqua per oltre 40 giorni.

Lo stesso Strada aveva prelevato tracce di materiali organici per tentare di accertare l'eventuale violenza sessuale attraverso esami più complessi, sottolineando tuttavia in dichiarazioni pubbliche che probabilmente neppure questi esami avrebbero potuto accertare la violenza proprio per la precarietà delle condizioni del cadavere. Gli esami sono ora in corso da parte dei carabinieri dei Ris, ma secondo primi risultati resi noti nei giorni scorsi - sempre da indiscrezioni - la violenza non verrebbe accertata.

Da diversi giorni comunque il difensore di Misseri aveva riferito pubblicamente che il suo assistito intendeva ritrattare la seconda parte della confessione fatta nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, quando contribuì anche al ritrovamento del cadavere di Sarah. È la parte riguardante il presunto stupro del cadavere, del quale pure il contadino si era accusato dinanzi agli investigatori. Più di recente la figlia maggiore di Michele Misseri, Valentina, dopo averlo incontrato in carcere, aveva annunciato novità, facendo intendere che il padre avrebbe parlato nuovamente agli inquirenti forse per scagionare l'altra figlia Sabrina. Invece pare proprio il contrario.

Nel primo pomeriggio, intorno alle 13, Cristina aveva ricevuto la visita nel carcere di Taranto dove è rinchiusa dal 15 ottobre, della madre Cosima Misseri, accompagnata dalla sorella Emma. Parole tra madre e figlia. Forse solo il tempo per raccontare un’ultima bugia.

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