L’unica certezza: raddoppiano gli incerti

(...) sulla scientificità del sondaggio. E non vale, in questi casi, il discorso di coloro che sostengono di avvertire gli umori della gente: il famoso sondaggio da marciapiede o da bar. Certo se dessimo retta a quello che sentiamo in giro i numeri non sarebbero questi.
Ma il sondaggio contiene un dato che francamente risulta un po’ preoccupante. Anzitutto nel novembre 2006 i favorevoli al ticket erano il 61% (ora sono il 57%). Ma poi dal novembre 2006 al settembre 2007 la percentuale degli incerti è salita dal 4,3% al 10,6%. Oltre sette punti percentuali. Quand’è che un cittadino è incerto di fronte all’introduzione di una nuova norma, di un nuovo regolamento, di una nuova legge? Lo è quando non capisce quali saranno i benefici e i sacrifici che quel provvedimento comporterà per la sua vita di cittadino, appunto.
Ora, bisogna anche tenere conto del periodo che attraversiamo. Siamo nell’Italia prodiana delle tasse dove sono percepite, ormai quasi esclusivamente, come un sacrificio e, tra l’altro, ingiusto. C’è, in altri termini, un’estensione continua del dissenso circa l’introduzione di nuove tasse, tributi o ticket che dir si voglia. Per cui, nel caso in cui si voglia fare una cosa di questo genere occorre spiegare, spiegare, spiegare. Se crescono gli incerti questo è un brutto segnale, o si è comunicato poco o questa comunicazione non è arrivata a destinazione. Se è arrivata non ha convinto.


È certamente il periodo peggiore, questo, per introdurre una nuova norma che tolga soldi dalle tasche dei cittadini. Certo, in questo caso, si tratta di una tassa concepita secondo la sana logica del beneficio e non del sacrificio. Ma questo non basta, i milanesi che non la capiscono continuano a crescere.

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