L'Ance dice «no» al governo Monti

«No a nuovi adempimenti- spiega il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti- e a certificazioni per i crediti delle imprese del settore edile, oltre a quelli già previsti per legge».

I costruttori dicono «no» al governo Monti e alle soluzioni che sta studiando nei decreti sui pagamenti alle imprese. Vogliono subito liquidità.
«No a nuovi adempimenti- spiega il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti- e a certificazioni per i crediti delle imprese del settore edile, oltre a quelli già previsti per legge».
Per il leader dei costruttori italiani, « qualsiasi ulteriore richiesta di certificazioni rappresenterebbe un ulteriore appesantimento burocratico» e questo fatto andrebbe a peggiorare la situazione finanziaria delle imprese di costruzione, «già enormemente gravate dal peso dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione».
Il messaggio che l'Ance manda al governo e alle altre parti economiche, impegnate in queste ore nella definizione dei decreti sui pagamenti alle imprese e degli accordi ad essi collegati, è molto duro. Un avvertimento a chiare lettere.
«Ci aspettiamo una soluzione che tenga conto delle specificità del settore delle costruzioni, che - spiega Buzzetti - attende da mesi una risposta al problema che sta causando la chiusura di molte imprese, come abbiamo denunciato pochi giorni fa nel D-Day».
La scorsa settimana, infatti, l'Ance ha organizzato una manifestazione a Roma annunciando che, se lo Stato non troverà rapidamente il modo di pagare i suoi debiti con le imprese, partirà una grande operazione legale, con cause in tutt'Italia e decreti ingiuntivi.


Una specie di diffusa «class action» contro la pubblica amministrazione che non fa fronte ai suoi doveri verso le imprese e, anzi, con i nuovi provvedimenti del governo secondo l'Ance può complicare ulteriormente la situazione.
«Non si può ignorare- dice Buzzetti- il grido di allarme del settore delle costruzioni, individuando soluzioni che di fatto non danno ossigeno alle imprese del settore edile e rischiano di aggravare il problema».

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