Lecce - Il sovraffollamento cronico della carceri italiane continua a creare problemi. Nel mirino questa volta il penitenziario Lecce, costretto a risarcire un detenuto recluso in una cella troppo piccola per "danni esistenziali".
In carcere per furto aggravato, un detenuto tunisino è costretto a trascorrere le sue giornate in una cella di 11,50 metri quadrati, destinata ad una sola persona, condividendola con altri due detenuti e dormendo su un letto a castello a tre piani, di cui l'ultimo a pochi centrimetri dal soffitto. In aggiunta la cella è dotata di servizi igienici piuttosto precari. E allora scatta l'azione legale. "Il mio assistito è costretto a trascorrere la sua detenzione in condizione disumane", dichiara Alessandro Stomeo, legale del tunisino. Dal canto suo l'amministrazione penitenziaria, già gravata dal problema dello spazio troppo sproporzionato rispetto al numero dei detenuti (potrebbe contenere 700 persone, ma ne ospita il doppio), sarà costretta ora a risarcire l'uomo, con una cifra stimata intorno ai 220 euro, per "danni esistenziali".
È il primo caso in Italia A destare l'attenzione non è tanto la cifra, a dire il vero piuttosto esigua, del risarcimento, quanto invece il fatto che per la prima volta un giudice
condanna il sovraffollamento delle carceri, dando ragione nella controversia alla parte lesa, ovvero al detenuto. A seguito della decisione è stata decisa una class action che si occuperà di altri casi pendenti simili a questo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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