L'eroe è stanco: vola in pensione il pilota del «miracolo sull'Hudson»

Nel gennaio dell'anno scorso aveva salvato la vita a 155 passeggeri atterrando sul fiume che bagna New York senza nemmeno un motore funzionante. Adesso a 59 anni (e a malincuore) abbandona i cieli. Dove da ieri è sceso un pilota che volava da 13 anni senza avere la licenza

Va in pensione l'eroe del «miracolo sull'Hudson». Chesley Sullenberger, il 59enne pilota della Us Airways che il 15 gennaio 2009 riuscì a far ammarare un aereo di linea in avaria sulle acque del fiume Hudson, ha annunciato che lascia la cloche. Negli Usa è diventato ormai una celebrità: aveva ripreso servizio solo a ottobre, dopo aver scritto un libro ed essere stato inserito tra gli ospiti d'onore alla cerimonia di insediamento di Barack Obama, oltre che essere stato invitato a decine di talk show.
Sullenberger non ha voluto commentare l'addio, ma nel comunicato attraverso il quale ha parlato ha lasciato trasparire una grande amarezza dopo un trentennio in cui si è dedicato totalmente a quella che ha definito la sua «passione», volare. I piloti «vorrebbero sempre lasciare la professione in condizioni migliori di quelle in cui l'hanno trovata, ma nonostante gli sforzi di migliaia di miei colleghi questo non è il caso». Ma il nome di Sully, come è soprannominato, resterà comunque legato al «miracolo dell'Hudson» di poco più di un anno fa, quando uno stormo di oche fu risucchiato nei motori di un Airbus 320 appena decollato dall'aeroporto La Guardia. l'Airbus A320 aveva raggiunto la quota di 3200 piedi, cioè mille metri volando per 90 secondi, quando entrambi i motori sono andati fuori uso contemporaneamente. Senza neppure un motore funzionante, Sullenberger riuscì a evitare i grattacieli di Mid-Town e ad ammarare nel tratto di fiume che separa Manhattan dal New Jersey, portando in salvo i 150 passeggeri e gli altri quattro membri dell'equipaggio. Dopo lo spavento i passeggeri hanno raccontato di come il pilota avesse mantenuto il controllo in tutte le fasi dell'ammaraggio. Ma il destino degli eroi dell'aria a volte è proprio bizzarro. Giusto ieri è stato bloccato all'aeroporto di Amsterdam mentre si apprestava a mettersi ai comandi di un Boeing 737, destinazione Ankara e 101 passeggeri a bordo, un falso pilota svedese, che ha volato con licenza falsificata per tredici anni. L'uomo, 41 anni, domiciliato a Milano, si sarebbe presentato all'aeroporto di Schipol per effettuare il volo per conto in una compagnia low cost olandese. In passato era stato in possesso di una licenza per pilotare piccoli aerei da turismo, poi è scaduta e che comunque non dà accesso alla cabina di pilotaggio dei grandi aerei passeggeri. Ha ammesso di avere compiuto 10.000 ore di volo per compagnie che hanno base in Belgio, Gran Bretagna e Italia.

Posto in custodia cautelare si è mostrato quasi sollevato di essere stato smascherato, togliendosi da solo i gradi dalla divisa. Nei test attitudinali era risultato il migliore. Cose che non stanno nè in cielo, nè in terra...

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