Com'è che l'enigmistica può insegnare la gentilezza? La risposta è nel brillante e innovativo libro Enigmistica Gentile - 40 giochi per imparare il rispetto (Electa Junior) di Mariella Cortés e Giulia Tedesco che, attraverso una sorta di romanzo che parte da un campus estivo, insegnano come imparare a conoscere nuove persone, gestendo le proprie emozioni e accettando punti di vista non sempre vicini ai propri. Nel mezzo i giochi enigmistici, che attraverso la loro soluzione aiutano ad avvicinarsi, a comprendersi e a imparare e a farlo con "gentilezza e rispetto", in un'avventura che dura un'estate, ma è indispensabile per tutta la vita. A raccontare questo "nuovo metodo" divertente e istruttivo nella nostra intervista le due scrittrici: la giornalista ed autrice Mariella Cortés, e l'autrice di enigmistica Giulia Tedesco.
In quale modo l’enigmistica può aiutare a comunicare?
“'Risolviamolo insieme' è una delle frasi più belle che qualcuno si può sentire dire nella vita davanti a un problema che sembra insormontabile, più ancora che davanti a un gioco enigmistico. Inoltre, il più delle volte risolvere un enigma significa accogliere un punto di vista diverso dal proprio, sapere cambiare prospettiva, imparare qualcosa che prima non sapevamo o non vedevamo e accettarlo, ampliando così il nostro mondo e la nostra coscienza. E noi ci auguriamo proprio questo: che i nostri giochi sappiano unire menti e cuori di chi si cimenterà a farli; e che sappiano insegnare a vedere e comprendere punti di vista differenti dai propri. Il che, in fondo, è la chiave della crescita per tutti noi, ad ogni età".
Il vostro oltre ad essere un metodo interessante è molto innovativo, come vi è venuto in mente?
"Comunicando, in un dialogo continuo che ci ha portato a unire la scrittura e il gioco, pagina dopo pagina, per creare un percorso di crescita che fosse il più possibile simile a quello che affrontiamo nella vita quotidiana… Non siamo forse ogni giorno di fronte a degli enigmi?"
Che importanza ha per i ragazzi la comunicazione gentile?
"Grande. Enorme. Senza confini. Saper comunicare riconoscendo ciò che si prova, avendo il coraggio e la sicurezza di esprimerlo, ma rimanendo coscienti dell’importanza che hanno le emozioni e i pensieri delle persone con cui stiamo interagendo, significa cambiare il mondo. Tutti siamo l'uno lo specchio dell’altro: e piacerebbe a tutti avere sempre davanti uno specchio leale, comunicativo e positivo".
Il vostro è una sorta di romanzo con alcune “prove” all’interno. C’è un motivo per cui lo avete strutturato come una sorta di storia interattiva?
"Entrambe abbiamo una concezione del libro come strumento di interazione esperienziale. Per far arrivare i messaggi della storia serviva farli mettere subito in pratica, sia attraverso i giochi che con box interattivi, che invitano a raccontarsi sentendosi davvero parte attiva dell’intera vicenda".
Lei Mariella è una docente di comunicazione e marketing, Giulia lei è invece un’autrice di enigmistica, quanto è stato difficile unire questi due punti di vista?
"In realtà non c’è stata alcuna difficoltà, anzi. Abbiamo tirato fuori il meglio (si spera) di entrambi i mondi, unendo esperienze e punti di vista e cercando i punti comuni, oltre a divertirci moltissimo a farlo".
Come agisce il vostro libro su chi lo legge?
"È una sorta di portale segreto che, divertendo, trasporta chi lo legge nel proprio mondo interiore e porta a considerare tutti quei piccoli gesti quotidiani che ci rendono persone più gentili e rispettose, anche quando non ci facciamo caso".
Come avete differenziato i giochi? Seguono un percorso particolare?
"Seguono l’andamento della storia: tutto quello che viene proposto ai partecipanti al Campus, sulla pagina sinistra, viene proposto come gioco enigmistico sulla destra. Storia e giochi seguono il percorso di crescita del trio protagonista e, ovviamente, di chi legge. Più si va avanti e più si sale di livello, anche quindi come difficoltà dei giochi, fino ad arrivare all’ultimo enigma che contiene una sorpresa particolare che scoprirà solo chi ha seguito e messo in pratica tutte le prove".
La cosa che ho trovato molto interessante è quella di aver messo attivamente alla prova i ragazzi, contrariamente alle nozioni passive che ricevono dai social o dai videogiochi. Questa stimolazione secondo voi come verrà accolta?
"I ragazzi hanno sempre bisogno di essere attivi, anche se essere pigri è molto più semplice – si parla a livello fisico, quanto mentale ed emotivo – e, mano a mano che si cresce, la pigrizia aiutata dall’abitudine può diventare “cronica”, per così dire. All’età di 9 anni, però, la regola della passività “cronica” non vale ancora: c’è modo, c’è spazio, c’è possibilità.
La speranza è che questi giovani ragazzi accolgano la sfida e sentano a pelle quanto sia importante cimentarsi in essa; quello che proponiamo, infatti, è un romanzo di formazione interattivo, un testo che può rispondere a domande a cui molti adulti non sanno, o non vogliono, rispondere, ma che un bambino in crescita sente molto forte dentro di sé, senza magari saperci dare un nome. L’augurio è che la curiosità abbia il sopravvento sulla pigrizia. Speriamo che un nuovo mondo inizi anche così".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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