Alzi la mano a chi non è mai capitato nella vita di sentirsi sovraccarico di lavoro, incapace di gestire il proprio tempo, sotto pressione nel tentativo di rispettare scadenze, mansioni e ordini?! Situazioni di questo genere ci fanno calare in una sorta di “spirale” dalla quale è difficile uscirne. Essa è generata dallo stress. In questa epoca frenetica non si può fare a meno di parlare di “stress”. Un recente sondaggio tra impiegati riporta che uno su tre è vittima di una condizione stressante. Si parla addirittura di aumento da stress dovuto alla tecnologia che ci vuole efficienti, celeri e continuamente connessi. Questa fattispecie di stress e malessere è stata definita “darwinismo digitale” ed è caratterizzata da una forte ansia generata dalla convinzione che sia in corso un processo evolutivo in cui solo gli individui tecnologicamente più avanzati otterranno il successo sociale e professionale.
Il termine “stress” fu utilizzato dallo scienziato inglese del Seicento, Robert Hooke per definire la resistenza dei materiali elastici quando erano sottoposti a tensione. Allo stesso modo l’essere umano è in grado di resistere e rispondere in maniera elastica alle pressioni, alle difficoltà, alle crisi derivanti dal contesto in cui vive e agisce. Lo stress non è altro che la risposta adattiva che il nostro sistema attiva nei momenti difficili. Lo stress è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Senza di esso saremmo tutti vittime di apatia e stati prolungati di letargia. Siamo noi con la nostra risposta adattiva a permettere allo stress di essere “positivo” o “negativo”.
Non tutto lo stress fa male. In psicologia si usano due termini per definirlo che ci permettono di fare chiarezza sulla sua valenza:
- Distress: lo stress negativo, disfunzionale che provoca l’esaurimento;
- Eustress: lo stress positivo, il prefisso greco “eu” significa “buono” e indica una sensazione di benessere.
Una giusta quantità di tensione è stimolante mentre una prolungata forma negativa di stress è altamente distruttiva e provoca molti danni sia a livello fisiologico che psicologico. Al giusto grado lo stress libera delle risorse interiori di cui nemmeno eravamo a conoscenza come l’energia creativa. Il cervello usa lo stress per affrontare le emergenze. Nei momenti di crisi negli individui si genera un flusso di “adrenalina” che li prepara a “lottare” oppure al contrario a “fuggire”. Per trasformare lo stress da “nemico” ad alleato” occorre cambiare la prospettiva con la quale lo si analizza. E’ tutta una questione mentale facilmente realizzabile. Ecco come agisce positivamente lo stress:
- Ci aiuta a scovare problemi nascosti: ci consente di capire cosa non va, cosa non ci sta piacendo perché agisce da avvertimento e questo non è assolutamente da sottovalutare;
- E’ un’occasione per definire delle priorità: quando qualcosa ci stressa tendiamo ad eliminare dalla routine le attività che ci fanno star bene come uscire con gli amici, concedersi un weekend rigenerante, Ciò è sbagliato perché la nostra priorità è il nostro benessere personale e lo stress ce lo ricorda;
- E’ una scusa per rallentare: i segnali di stress ci fanno capire che è arrivata l’ora di rallentare, concedersi delle pause ristoratrici che ci permetteranno di rendere meglio:
- Libera le energie creative: sotto-stress molta gente attiva delle risorse interiori di cui nemmeno
sapeva dell’esistenza; avere delle scadenze può essere motivante e ciò si concretizza in un maggior rendimento .Lo stress è una sferzata di energia creativa che la natura mette a disposizione per la loro autoconservazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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