Vino, cultura e natura: le strade del vino nel Salento

Nel Salento sono presenti 3 strade del vino: tra gli itinerari enologici, si trovano dei borghi deliziosi da visitare per beni paesaggistici e culturali

Vino, cultura e natura: le strade del vino nel Salento

Che cos’è una strada del vino? Il turismo enologico è un lato del viaggio in cui la scoperta si accompagna alla visita di luoghi naturali o antropizzati suggestivi e alle degustazioni. Panorami ed enogastronomia caratterizzano una meta e al tempo stesso sono legati tra loro: il modo in cui l’uomo ha trasformato positivamente il paesaggio, rendendolo atto alla viticoltura, e il frutto di un lungo lavoro rappresentano un connubio di fascino e conoscenza.

Attraversare le strade del vino nel Salento, in Puglia, significa proprio questo: entrare all’interno di un mondo in cui il vino non rappresenta solo un comparto dell’economia locale ma incarna fattori culturali e umani che vale la pena apprendere e tramandare.

Quali sono le strade del vino nel Salento

Manduria

In Puglia esistono ben 9 strade del vino. Si tratta di percorsi enologici che racchiudono diversi centri e località tra storia, tradizione e naturalmente diversi vini.

Nel Salento - che non si limita alla provincia di Lecce, queste strade del vino sono 3 del totale pugliese. C’è la strada del vino Vigna del Sole, che corre tra Novoli e San Donaci, appena un po’ più a nord di Lecce. C’è la strada ionica del vino, che collega idealmente Leverano a Gallipoli. Tra Lizzano e Manduria si trova invece la strada del vino di Lizzano e del Primitivo di Manduria doc.

In quest’ultimo caso siamo fuori dal Salento “linguistico”: non esiste, amministrativamente parlando, un Salento geograficamente delimitato, ma un Salento che si distingue per l’uso del dialetto e dell’italiano regionale e che si trova al di sotto della linea Brindisi-Avetrana. Nel caso del Primitivo siamo un po’ più a nord di questa linea immaginaria, ma si è pur sempre in quella che fino al 1927 rappresentava una provincia, ovvero la Terra d’Otranto, che racchiudeva le attuali province di Lecce, Brindisi e Taranto.

Ma cosa si può fare - oltre a degustare vini in cantina - lungo queste strade? Sicuramente ammirare beni culturali e naturali.

Per esempio a San Donaci esiste un parco naturale chiamato Li Paduli per via di una falda acquifera sotterranea ma anche un luogo di culto paleocristiano di fattura romana, il Tempietto di San Miserino. Novoli è invece conosciuta per essere la “città del fuoco”, per via della fòcara che viene accesa a gennaio di ogni anno in onore di sant’Antonio Abate, in una festa che ricorda i tempi antichi della viticoltura e della vinificazione.

Certo Gallipoli non ha bisogno di grandi presentazioni, con le sue spiagge e il castello, una fortezza dell’XI secolo che sembra sorgere dal mare. Invece Leverano è nota proprio per la produzione vinicola, ma qui sono presenti diversi edifici religiosi di interesse, una torre edificata da Federico II per proteggere il territorio dai pirati e diverse masserie che risalgono a un periodo compreso tra il XV e il XIX secolo.

Anche Manduria lega il suo nome al vino, in particolare al Primitivo ma una tappa fissa per i visitatori è il fonte pliniano, che campeggia anche sullo stemma comunale. Lizzano è invece un centro antichissimo, abitato fin dall’epoca neolitica: qui gli edifici di interesse sono molteplici, dalle chiese che accolgono stili diversissimi in base alle origini della costruzione, alle cappelle rupestri, fino alle torri costiere, a un palazzo marchesale e un’interessante torre dell’orologio.

I vini tipici salentini

Primitivo di Manduria

Parlare di vino salentino significa addentrarsi in un variegato pastiche in cui ai vitigni autoctoni si aggiungono quelli non autoctoni come il Fiano o il Sauvignon blanc per la produzione vinicola.

Forse il vitigno più conosciuto è il Negramaro, che appunto prende il nome dal vino ed è salentina: queste uve danno un vino rosso o rosato e spesso ne viene realizzato un pregevole spumante, secco o dolce.

Altrettanto noto è il Primitivo di Manduria, ma tra i vini meno conosciuti dai profani c’è il Susumaniello che dà un pregevole vino rosso scuro e il cui nome

ricorda uno stornello salentino in cui un contadino dedito al lavoro si concede alle grazie di una bella signora dopo numerose avances. Verdeca e Malvasia danno infine ottimi vini bianchi.

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