«Sono molto dispiaciuto ma i risultati determinano tutto. C'era un ottimo rapporto sia con la squadra che con la società ed è per questo che al momento provo grande rammarico, un rammarico credo condiviso da tutti».
Gian Piero Gasperini è in automobile due metri dopo il cancello di Appiano, è già fuori, esce e lo fa per l'ultima volta. Resta nella terra di mezzo anche nelle ultime dichiarazioni, mai una volta che abbia dato l'idea di averci capito qualcosa. Sempre con tutto il rispetto, sinceramente. Avere un ottimo rapporto con il presidente e con i giocatori è normale, nessuno pensava che si sparassero dietro. Ma confonderlo con la condivisione delle sue idee è altra cosa. Gasperini non è mai arrivato vicino al presidente e alla squadra, se i risultati non sono arrivati è soprattutto per questo motivo, Moratti non aveva una faccia sorridente e non si è mai visto accanto al suo allenatore, la squadra ha fatto zero per applicarsi e soddisfare le nuove mansioni.
Ancora prima di firmare per l'Inter un annuale con eventuale opzione sulla seconda stagione, Gasperini era già fuori dai progetti, questione di sensazioni poi confermatissime. Quando tre componenti, le più importanti, agiscono controvoglia, il risultato non può essere diverso. Moratti non voleva Gasperini, lo spogliatoio lo ha sempre guardato con sospetto, lo stesso tecnico non è mai riuscito a chiarirsi le idee e decidere qualcosa sulla quale picchiare. La quarta componente, i tifosi, quelli della strada che si affidano più a quello che vedono rispetto a quello che sentono, non erano neppure allo stadio, ventimila scarsi a San Siro per la prima di Champions martedì sera contro il Trabzonspor, un risultato dato in anticipo. Nessuno credeva in questa Inter, presidente scettico prima ancora di assumere l'allenatore, squadra sgonfia, senza entusiasmo e a fine corsa nell'80 per cento dei suoi componenti, tifoseria disamorata.
«Peccato che questo rapporto sia finito», sono per ora le ultime parole di Gasperini, unica nota positiva nel giorno del suo esonero, non c'è veleno, nessun rospo sputato subito dopo il cancello di Appiano. Per ora.
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