da Giffoni (Salerno)
«Ciao mamma guarda come mi diverto». A vederlo inglobato, letteralmente, tra le centinaia di ragazzi del festival di Giffoni, dove è giunto ieri come ospite a sorpresa per ritirare il Premio Truffaut, sembra proprio che Lorenzo Cherubini sia lo stesso ragazzo di ventanni fa quando cantava quella canzone dallalbum Giovani Jovanotti. Perché, nonostante i 45 anni che laspettano il 27 settembre, sembra sempre mantenere quello spirito da Gimme Five che i ragazzi percepiscono immediatamente.
E così tra le consuete dichiarazioni damore («Mi vuoi sposare?») e gli elogi sperticati («Non sei un cantante, sei un poeta») cè stato lo spazio perché Jovanotti raccontasse qualcosa di sé: «Per me I 400 colpi di Truffaut è uno dei cinque film più belli della storia del cinema perché linfanzia è il serbatoio principale, inesauribile, per un artista. È una fase della vita in cui si vedono le cose per la prima volta. Sono certo che le mie canzoni nascono da quellimmaginario che si è formato nei miei primi 4 o 5 anni. Ancora prima di saper fare lanalisi logica che, a proposito, ancora sbaglio con mia figlia di 12 anni». E giù applausi.
Poi il racconto dellemozione dellultimo trionfale concerto di luglio, laltra sera alla vicina Cava dei Tirreni: «Sento che è come se fossi riuscito a creare un prolungamento del mio corpo, questo tour me lo sento addosso come se fosse il mio vestito». Il discorso sullinfanzia prosegue e si scopre che Lorenzo nella vita avrebbe voluto disegnare fumetti e che i tanti tatuaggi che lo ricoprono nascono sempre da lì: «Quando ero piccolo ero in fissa con quelli che si compravano alledicola, è una cosa infantile che mi è rimasta. Alla fine mi fanno compagnia, sono come degli amici».
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