Finalmente è chiaro a tutti perché mai i politici abbiano lasciato il governo del Paese ai tecnici: mentre Monti perde tempo in quisquilie come mercato del lavoro e liberalizzazioni, i politici di razza possono finalmente dedicarsi alle questioni fondamentali. Nelle ultime ore, dopo il solito sforzo di cervici, il varo di una riforma che cambierà radicalmente le sorti del sistema Italia: la Commissione affari costituzionali della Camera ha approvato uno storico emendamento che impone la par condicio tv non solo tra i partiti, ma anche tra maschi e femmine. Nelle prossime tribune elettorali il tabellario sarà totalmente ispirato alle pari opportunità: per ogni uomo chiamato a intervenire, dovrà esserci una donna.
Ad annunciare la novità come un trionfo è la prima firmataria, Sesa Amici, membro dell’ufficio di presidenza Pd. Da un punto di vista filosofico, l’emendamento si ispira all’articolo 51 della Costituzione, che prescrive la parità tra uomo e donna. Una volta, poi, con calma, bisognerà spendere due parole anche su questo articolo 51, nato con le migliori intenzioni e ispirato ai più nobili ideali, ma ultimamente padre illegittimo di tanti scherzi della natura.
Quest’ultimo appare di notevole livello.
Non tanto perché venga da un esponente del Pd, quanto perché semplicemente è ridicolo. Questo furore sessista alla rovescia, che pretende di parificare tutto, persino le tribune elettorali, sta diventando catastrofico. Già la par condicio tra formazioni politiche si è rivelata un’immane idiozia, perché tutti hanno colto quanto sia ipocrita e ingiusto imporre lo stesso spazio ai partiti del venti per cento e a quelli dello zero virgola. Difatti, l’unico risultato tangibile nelle ultime campagne resta la fuga precipitosa del pubblico e il crollo verticale degli ascolti. Ma evidentemente non paghi dello scempio, i politici si sono applicati alla nuova modifica: par condicio anche tra i sessi. Grande idea.
E magari non è neppure finita: dovendo interpretare in modo sempre più rigoroso lo spirito della Costituzione, forse inteso come senso dell’umorismo, non è da escludere la prossima par condicio tra nordisti e meridionali, etero e omo, biondi e mori, alti e bassi, simpatici e antipatici, ladri e onesti, furbi e ingenui, belli e brutti. Moderatore in studio Paolo Bonolis, che già è del ramo.
Noialtri elettori, una buona volta, potremmo comunque piantarla di dire che la nostra politica non conclude mai nulla. Qui abbiamo la prova del contrario, con un provvedimento serio, concreto, necessario. Senza fare chiasso, nel silenzio delle loro commissioni, i politici hanno portato a casa il risultato.
E adesso, smaltita la fatica, tutti agli stati generali dei partiti, per il delicato dibattito sulle domande più attuali e più profonde del momento. Perché il popolo ha una così bassa considerazione dei politici? Perché i cittadini preferiscono i tecnici? Già, perché tutto questo? Quando avete chiarito, fateci sapere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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