L'ultima provocazione di Marco Pannella, leader storico dei Radicali, che dopo i (fortunati) scioperi della sete e della fame inaugura quello della cittadinanza. Promessa testuale: «In segno, non solo rituale, di rispetto per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ancor più per ribadirgli la fiducia che ritengo, da cittadino, di dovergli e di portargli, illustrerò da "Radio Radicale" i motivi per i quali, se non si rimuovesse immediatamente la situazione di patente, totale illegalità della situazione politico-elettorale in Italia, riterrei di dover rinunciare alla cittadinanza italiana e chiedere asilo politico ad altri Stati membri dell'Unione europea».
Ci mancava solo Pannella l'apolide, moderno guerriero senza terra. Ragiona lui (si fa per dire): «Se i diritti civili e umani fondamentali, riconosciuti dalle solenni dichiarazioni costitutive della comunità internazionale e da un gran numero di conseguenti trattati bilaterali e atti dell'ordinamento italiano, hanno valore di diritti positivi soggettivi, la mia decisione mi appare coerente e obbligata, come cittadino rispettoso della legge e come leader del movimento transnazionale e transpartito della nonviolenza nel mondo», spiega lasciandosi un tantino andare nell'eloquio forbito. Eccone, infatti, un'altra considerevole prova: «Vi sono infatti momenti nei quali accettare violenze delle istituzioni contro la loro stessa legalità, realizzerebbe non solo l'assistere inerti alla messa a morte della civiltà di un paese, ma diverrebbe vera e propria complicità in quella azione criminale, di competenza dell'ordinamento giurisdizionale internazionale e comunitario».
Eppure si sa, al vulcanico Pannella non mancano certo le parole. Fumo negli occhi, o per lo meno quello delle sue infinite sigarette...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.