Prima che lo incontrassimo, era stato il manager (chiamiamolo così...) di suo fratello Casper, ottimo pugile messo irrimediabilmente al tappeto, vale a dire nella tomba, dal combinato disposto di una scommessa impossibile da perdere e della mafia di Chicago che non gradì, avendoci rimesso un mucchio di dollari. Poco dopo aver fatto la sua conoscenza, lo abbiamo visto insegnare alla «classe unica» di bambini e adolescenti di Marias Coulee, immaginaria cittadina del Montana. Poi, ancora nel cosiddetto «Stato del Tesoro», eccolo diventare bibliotecario a Butte, ovvero la «Collina Più Ricca della Terra», essendo accoccolata sopra le miniere che in quegli anni (eravamo nel 1919, fase di dopoguerra e boom industriale) regalavano al mondo intero una cascata di preziosissimo rame, al caro prezzo della fatica e spesso della vita di migliaia di uomini. Infine, sempre a Butte, era stato il paroliere dell'inno di quei minatori.
Lui, Morgan Llewellyn, alias Morris Morgan, per tutti Morrie, sangue gallese e spirito avventuroso, uomo di magre finanze e di robusta cultura, è il protagonista di una trilogia che, dopo La stagione fischiettante e Il canto del lavoro, si chiude con Il più dolce dei tuoni (Nutrimenti, come le prime due parti, e ancora nella traduzione di Nicola Manuppelli, pagg. 361, euro 21). L'autore è Ivan Doig (1939-2015), penna in effetti, come già sussurrano i titoli, molto sonora, musicalmente trasformista nel passare dal larghissimo che accompagna i paesaggi e gli stati psicologici dei personaggi al prestissimo che scandisce l'azione convulsa da action movie e i fulminei flashback.
Terminato il lungo viaggio di nozze («un anno di miele», lo chiama il narratore, cioè lo stesso Morgan), vissuto amorosamente qua e là, Italia compresa, con l'incantevole Grace, titolare della più familiare pensione della città, il Nostro ritrova la sua famiglia allargata composta da Jared, il giovane leader del sindacato locale, dalla sua fidanzata Barbara detta Rab, ex allieva di Morrie a Marias Coulee dieci anni prima, dai due minatori in pensione Griff e Hoop, dal ragazzino «quasi orfano di strada» che si chiamerebbe Wladislaw ma sopporta con dignità, nella multietnica comunità di Butte, l'appellativo di Carestia Russa. E poi da Samuel Sandison, che del luogo è l'eminenza bianca (come la sua barba alla Walt Whitman o alla Santa Claus), modi rudi e cuore tenero, con un passato buio alle spalle, quando era proprietario del ranch più grande del Montana e per difenderlo aveva usato mezzi per cui ora prova vergogna e rimorso, anche se non lo confessa. Due le novità rispetto a dodici mesi prima, una brutta e una bella. Dora, la moglie di Sandison, è morta, lasciandolo solo nella lussuosa e vastissima residenza di Horse Thief Row. E Jared è diventato senatore, ma sempre con nel cuore la causa dei suoi concittadini che passano metà del loro tempo sotto terra.
C'è poi la terza novità, in parte bella e in parte brutta: per fare da contraltare al Butte Daily Post, il quotidiano che funge da organo del partito dei padroni, cioè dell'Anaconda Copper Mining Company, sta per sorgere un nuovo foglio di opposizione. Facile immaginare, vista la sua formazione letteraria e le sue capacità dialettiche, chi ne sceglierà il nome («Il Tuono») e ne diverrà l'editorialista, fiore all'occhiello di un'agguerrita ma un po' artigianale redazione. Ovviamente Morrie, il quale dovrà vedersela con l'intrigante, scorretto e spietato «Cutthroat» Cartwright. Scopriremo che, come oggi, anche un secolo fa le testate si prendono... a testate in senso figurato (e non solo) per difendere i propri interessi. E che chi firma in prima pagina intingendo la macchina per scrivere nel veleno, fatalmente dovrà pagare conti piuttosto salati.
Il più dolce dei tuoni è la conclusione della
personalissima epopea di Morgan Llewellyn, alias Morris Morgan, per tutti Morrie, un self-made man capace di reinventarsi in base ai momenti e alle necessità. Purché abbia accanto a sé la sua dolce e insindacabile pretty woman Grace.
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