Ma siamo sicuri che il Pd voglia alla Consulta l'ex avvocato della Camera sconfessato proprio dalla stessa Corte costituzionale sul delicatissimo tema delle guarentigie istituzionali. Tra gli addetti ai lavori non è passato inosservato il precedente del candidato Pd alla Consulta Massimo Luciani risalente al 2006, quando da avvocato della Camera dei Deputati tentò (invano) di scagionare Umberto Bossi, colpevole di aver detto nel 1997 durante un comizio nel Comasco che con il tricolore si sarebbe "pulito il culo" ("Quando io vedo il tricolore mi incazzo"; "il tricolore lo uso soltanto per pulirmi il culo" e «con il tricolore ci si possono pulire il culo» le frasi esatte contestate), paventando una generica "insindacabilità di gruppo" per il Carroccio che, secondo la difesa di Montecitorio, si estendeva a tutti i leghisti e alle loro colorite espressioni ingiuriose pronunciate dentro ma anche fuori l'Aula di Montecitorio.
Umberto Bossi era stato condannato dal Tribunale di Como, sezione distaccata di Cantù, del reato previsto dall’articolo 292 del codice penale, la Camera aveva impugnato la condanna pendente davanti alla Corte d’appello di Milano, seconda sezione penale, convinta che fossero opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell’articolo 68, primo comma, della Costituzione. «.Una versione che non ha convinto Annibale Marini, secondo cui peraltro "l'uso del turpiloquio non fa parte del modo di esercizio delle funzioni parlamentari", annullando il 21 giugno 2006 la delibera di insindacabilità adottata dalla Camera dei deputati nella seduta del 23 gennaio 2002.
Una figuraccia per Bossi e per la Camera ma anche per lo stesso Luciani. Tanto che ieri qualcuno mormorava di qualche tormento nel Pd per la scelta dell'accademico dei Lincei.
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