Ricordatevi di De Pasquale

La differenza tra i due poteri è che quello politico si muove in ambito democratico, mentre quello giudiziario è una autarchia tendente alla dittatura

Ricordatevi di De Pasquale
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La magistratura si mobilita ufficialmente, sono previsti anche scioperi, contro il governo per impedirgli di riformare la giustizia. È una decisione legittima ma grave, brutto vedere un potere dello Stato che dichiara guerra a un altro potere quando quest'ultimo sta per altro facendo quello che aveva promesso agli elettori che anche per questo l'hanno votato. La differenza tra i due poteri è che quello politico si muove in ambito democratico, sempre soggetto al volere del popolo che in qualsiasi momento può revocargli la fiducia mentre quello giudiziario è una autarchia tendente alla dittatura. Purtroppo non è possibile l'inverso, intendo scioperare contro la magistratura. Non è possibile perché lo scopo di uno sciopero è provocare un danno alla controparte e a lasciare vuote le aule di giustizia si farebbe solo un piacere ai magistrati. Peccato, perché i motivi non mancherebbero. Tra questi ce ne è uno che dal punto di vista simbolico li raggruppa tutti in quanto smaschera l'ipocrisia di chi sostiene che i magistrati sanno badare a sé stessi. Mi riferisco al caso del discusso procuratore di Milano Fabio De Pasquale, condannato a otto mesi di carcere per aver provato a truccare un processo in cui lui era l'accusatore, quello a presunte tangenti pagate da Eni per delle trivellazioni in Nigeria, processo che si è concluso con una sentenza di assoluzione piena per tutti gli imputati. Bene, la magistratura pretende che un politico, un amministratore, se raggiunto da un avviso di garanzia debba dimettersi perché potrebbe reiterare il reato, e se non lo fa di solito scatta la carcerazione preventiva, come di recente è successo a Giovanni Toti governatore della Liguria. In base a questo principio uno si aspetterebbe che a Fabio De Pasquale, indagato, rinviato a giudizio e condannato per reati gravi inerenti il suo mandato venisse impedito di continuare a esercitare la professione. Sapete cosa fa ora De Pasquale? Il procuratore, come prima più di prima.

E allora, cari magistrati, scioperate pure contro il governo, ma fino a che vi tenete i non pochi De Pasquale che hanno fatto - si dice in sentenza - carne di porco del diritto e della giustizia, bè io penso che saranno davvero pochi gli italiani disposti a seguirvi.

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