Magrelli multimediale, le location della parola

Un’antologia con un video girato nei luoghi simbolo della sua scrittura e un cd con l’«abecedario» poetico

Se una notte d’estate di circa due anni fa qualcuno, da un satellite, avesse gettato lo sguardo sull’Italia avrebbe assistito al fenomeno inaudito di una lenta operazione chirurgica condotta sul corpo addormentato - etherised, direbbe Eliot - del Paese. Un ordigno incendiario, una specie di spada laser, tagliò in due e cauterizzò la penisola nel senso della lunghezza. L’ordigno in questione era l’ultima carrozza di un treno merci: per un guasto ai freni le ruote si erano bloccate tanto che il vagone trascinato, per il folle attrito, si era presto trasformato in un ferro rosso seminante dietro di sé fasci di scintille che incendiavano i campi ai lati della ferrovia. Nella cabina di guida nessuno si era accorto di niente, e il treno aveva continuato imperterrito a sferragliare nella notte tirandosi dietro la sua riluttante e incandescente coda. L’ottenebramento del macchinista aveva dunque generato la luce, il fuoco d’artificio, il «treno-cometa» dalla sfavillante consunzione. Un poeta come Valerio Magrelli non poteva non essere attratto da una simile vicenda: fino a immedesimarsi, più che con i campi ustionati, proprio con la mefistofelica carrozza: «Venivo avanti con le ruote bloccate».
Si avvicina il tempo delle comete e delle Epifanie e chi volesse omaggiare un amico o se stesso della poesia di Magrelli ha due possibilità, entrambe multimediali. L’editore Fazi ha mandato da poco nelle librerie Sopralluoghi (libro più Dvd, 29,50 euro). Il filmato che scorta la piccola antologia mostra l’autore passeggiare a Roma lungo il Tevere, attorno ad una fontana di Villa Borghese o tra i detriti di uno sfasciacarrozze («Prezzi altissimi!», garantisce l’insegna: forse si tratta dei prezzi pagati a chi porta qualcosa da rottamare). Sono luoghi che costituiscono lo scenario migliore per presentare i temi più cari a Magrelli, primo tra tutti quello del corpo umano come congegno misto, in parte meccanico e in parte elettronico. Ci viene spiegata la genesi dei versi più noti, per esempio quelli dell’Ecce Video dedicato all’uomo morto davanti al televisore e ritrovato nove mesi dopo, ancora seduto e ammantato dell’azzurrino del cinescopio: «Morì fissando il suo televisore/ la sfera di cristallo del presente/ guardava il Niente e ne vedeva il cuore/ cercava il Cuore e non vedeva niente.// Chi sfidò il lezzo del buio malfermo/ si accorse che veniva dall’Illeso/ non dal Morto, ma dal Morente Schermo/ non dal Corpo, bensì dal Video acceso».
L’altra iniziativa viene da un piccolo editore, Luca Sossella, ed è un regalo altrettanto prezioso: in Che cos’è la poesia? La poesia raccontata ai ragazzi in ventuno voci (volumetto più Cd, 14 euro) Magrelli espone il suo abecedario, dalla A di «autore» alla Z di «zeppa»: quella che Montale impiegò una volta non per chiudere un verso, bensì per lasciarlo eternamente zoppicare. Mettiamo su il Cd, ci accoglie la voce del poeta che riassume la scena finale di un telefilm. Un culturista è raggiunto dai poliziotti mentre si allena, l’accusa è di omicidio. In realtà l’uomo ha un alibi, potrebbe rivelarlo ma si vergogna.

Così il bestione prova a fare lo gnorri, passa poi a minacciare l’ispettore con un manubrio da pesi e soltanto alla fine decide di arrendersi. «Ero a una serata letteraria». «Ossia?». «Ossia leggevo le mie poesie. Qualcosa in contrario?».

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