Washington - La legge approvata a New York "è stata una buona cosa". Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano cosa ne pensasse dei matrimoni gay. Obama ha poi precisato che sono i singoli Stati degli Usa che dovranno decidere se legalizzare o meno il matrimonio dello stesso sesso, non il governo federale a doverlo imporre, rispondendo a una domanda sull’atteggiamento che la sua amministrazione terrà dopo l’approvazione del matrimonio gay nello stato di New York la settimana scorsa.
"Ho scoperto da quando sono presidente che non posso dettare precisamente come procede questa questione", ha detto Obama, che è stato criticato dagli attivisti del movimento gay con l’accusa di essere troppo timido nell’appoggio al diritto di sposarsi.
Obama ha reiterato che il suo governo non difenderà più in tribunale la legge federale che definisce il matrimonio come esclusivamente tra un uomo e una donna, ma che non prenderà posizione rispetto ai singoli Stati (6 su 50 più il distretto di Columbia prevedono le nozze gay finora). In ogni caso "il Paese va verso più uguaglianza, e penso che sia una buona cosa", ha detto il presidente, apparso leggermente imbarazzato su una questione politicamente molto sensibile.
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