Mennea: «Lemaitre? può diventare l'anti-Bolt»

L'ex velocista italiano parla della stella francese, oro europeo nei 100 e 200: «Ha un grande talento: dopo le Olimpiadi di Londra può rappresentare il bianco che si inserisce nel dominio africano, americano e caraibico»

Il bianco più veloce del mondo potrà arrivare a sfidare Usain Bolt, dominatore assoluto della velocità. Non subito, non fino a Londra 2012, ma dopo probabilmente sì. Pietro Mennea parla di Christophe Lemaitre e si rivede in qualche modo nel ventenne francese, primo bianco a scendere sotto i 10" nei 100 e che ha appena vinto 100 e 200 agli Europei di atletica, 32 anni dopo l'azzurro.
«Un grande talento, come pochi - dice Mennea - sulla sua prestanza fisica si può costruire qualcosa di grandioso. Ha ampi margini di miglioramento, come è normale a 20 anni. Se mi rivedo a quell'età, tecnicamente facevo schifo... Se diventa costante sui 10" netti sui 100 e sotto i 20" sui 200, rappresenterà il bianco che si inserisce nel dominio caraibico, americano e africano della velocità».
«Non c'è bisogno di essere nero per essere più forte, se sai qual è la strada», assicura l'ex primatista mondiale dei 200. Mennea è molto ottimista sul futuro di Lemaitre, non solo per le qualità naturali, ma anche perché il suo allenatore, Pierre Carraz «si ispira a quello che abbiamo fatto noi». Mennea pensa al sodalizio ventennale con Carlo Vittori, che ha portato lo sprinter di Barletta a quattro finali olimpiche di fila e all'oro di Mosca 1980. Un metodo fatto, tra l'altro, di allenamenti durissimi che fruttavano poi una grande resistenza allo sforzo e limitavano la possibilità di infortunarsi. «Peccato che altri non si ispirino a quel che abbiamo fatto noì, ma è tipico dell'Italia - dice Mennea pensando alla velocità azzurra di oggi - sono trent'anni che non portiamo un finalista ai Giochi». Secondo l'ex campione, Lemaitre «si può costruire meglio sui 100 metri, può ancora farsi muscolarmente, ma deve mantenere la sua elasticità». Un'altra chiave è l'essere schivo e timido: anche in questo Mennea si identifica. «Aiuta a essere fisso sull'obiettivo - spiega -.

Ho letto che dopo una falsa partenza non ha parlato per una settimana: una volta io ci sono stato male per 15 giorni...».
Il ragazzo francese farà cose sempre più grandi, insomma. Diventerà l'anti-Bolt? «Non adesso, fino a Londra 2012 non ce n'è per nessuno. Dopo sì, dipenderà da lui».

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